4 parole italiane che sono parolacce in altre lingue da non dire mai all’estero

Curva

Paese che vai, parola che trovi. Non è raro trovare parole omofone, cioè con lo stesso suono, in lingue diverse. Spesso si tratta di termini innocui, che al massimo ci strappano una risata. Burro, in spagnolo, è asino e, negli USA, confetti viene usato quando si parla di coriandoli.

Ci sono però alcuni casi in cui parole che sono normali nella nostra lingua hanno, invece, un significato volgare in altre. Ecco 4 parole italiane che sono parolacce in altre lingue da non dire mai all’estero per non fare figuracce.

Cin-cin

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Iniziamo con un classico: cin-cin. Molti sanno che per gli italiani è molto difficile brindare in Giappone. È meglio attenersi a un sobrio “salute”, o adottare il locale “kanpai”. Se cin-cin per noi è un suono innocuo, che ricorda il tintinnio dei bicchieri che si toccano, nel Paese del Sol Levante ha un significato ben diverso. ちんちん, pronunciato appunto cin cin, è infatti un termine usato per riferirsi all’organo genitale maschile.

Porro

Abbiamo già appurato che in Spagna alcune parole hanno un significato molto diverso dal loro corrispettivo italiano. È anche il caso di porro, termine che da noi viene usato per definire un gustoso ortaggio stagionale. Nei ristoranti spagnoli è meglio non ordinare “porro”, ma è meglio attenersi al “puerro”. Questa parola è, infatti, indicata per insultare le persone considerate tonte o stupide.

Ma non solo, porro significa anche canna. Sì, quella da fumare.

Carriola

Attenzione, inoltre, per chi viaggia in Grecia e vuole parlare di lavori manuali. Uno degli strumenti più utilizzati da muratori e agricoltori, la carriola, potrebbe portare a spiacevoli fraintendimenti.

Se si vuole parlare della carriola come la intendiamo in Italia dobbiamo parlare di χειράμαξα, cioè “chiramaxa”. καριόλα, pronunciato cariola, è invece la parola usata per definire le donne poco di buono.

Curva

L’ultima delle 4 parole italiane che sono parolacce in altre lingue da non dire mai all’estero è curva. Questo termine è diffuso nei Paesi Europa dell’Est di lingua slava ma anche nei loro vicini come Romania e Ungheria.

Scritto in modo diverso a seconda della lingua come “kòrwa” in Polonia e “kurva” in Serbia, questo termine non è usato per parlare di strade o corpi formosi. È invece un termine dispregiativo usato per definire le donne poco di buono e anche come esclamazione volgare.

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