3000 miliardi e non accenna a smettere: il debito pubblico è il vero freno alla crescita dell’Italia, ma abbatterlo è ancora possibile

3000 miliardi e non accenna a smettere: il debito pubblico è il vero freno alla crescita dell'Italia, ma abbatterlo è ancora possibile

La notizia diffusa da Bankitalia non è incoraggiante per l’economia italiana: il debito pubblico ha raggiunto un nuovo record di 3.000 miliardi di euro. Il timore che la situazione possa gradualmente peggiorare è costante, considerata anche la precarietà dell’intero sistema economico e finanziario mondiale. Per migliorare le sue condizioni, l’Italia dovrà ideare un efficace piano d’azione, che coinvolga cittadini, investitori, imprese e istituzioni.

Impennata del debito pubblico italiano: di chi è la colpa?

Da cosa deriva l’innalzamento del debito pubblico italiano? Le principali cause sembrerebbero due: il fabbisogno finanziario delle Pubbliche Amministrazioni (ammontante a 3,2 miliardi di euro) e l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (cresciute di 20,9 miliardi, per un totale di 63,9 miliardi di euro). Le Pubbliche Amministrazioni hanno dovuto fare i conti con spese imprevedibili e con oneri maggiori per la gestione dei conti pubblici, mentre le disponibilità liquide del Tesoro si sono innalzate perché è stata concessa più flessibilità soprattutto per le scadenze finanziarie e le emergenze economiche.

Nonostante i dati diffusi da Bankitalia, è opportuno sottolineare che la vita media residua del debito pubblico italiano è invariata a 7,8 anni; di conseguenza, si sta lavorando affinché non ci sia un gravame incontenibile sulle finanze pubbliche.

Per quanto riguarda la detenzione di tale debito, la percentuale della Banca d’Italia è calata dal 22,1% al 21,8%, mentre è aumentata al 30,5% la quota degli investitori stranieri (simbolo di un nuovo entusiasmo verso i titoli di Stato nostrani). Ma il maggior livello di indebitamento è quello delle Amministrazioni centrali, mentre le Amministrazioni locali e gli enti previdenziali appaiono meno responsabili dell’incremento di questo preoccupante fenomeno. Di conseguenza, sarebbe opportuno un coordinamento più efficace tra le varie istituzioni, al fine di assicurare un migliore controllo delle risorse pubbliche.

Quali rimedi per favorire la riduzione del debito pubblico?

Senza dubbio, l’Italia dovrebbe rivedere l’organizzazione della gestione delle finanze. In questo momento storico, sarebbe opportuno ideare piani per la crescita dell’occupazione e l’aumento delle entrate fiscali. Allo stesso tempo, servirebbe tenere a bada la spesa pubblica e ridurre gli sprechi.

La possibilità di contenere il debito pubblico è strettamente correlata anche all’abilità del Governo di combattere sfide importanti, come la crisi demografica e l’invecchiamento della popolazione, le disuguaglianze territoriali e la crisi del lavoro. A ciò si aggiungono le preoccupazioni internazionali, non solo finanziarie ma anche geopolitiche, con l’inasprimento dei conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese.

In tale contesto, sono necessari dei cambiamenti a livello istituzionale, come la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, il miglioramento dei servizi, gli investimenti nella scuola e nelle imprese, affinché l’economia italiana diventi più performante e i cittadini e gli investitori abbiano maggiore fiducia.

In conclusione, la riduzione del debito pubblico è certamente un obiettivo complicato, ma non impossibile da perseguire. Con un giusto piano, anche l’Italia dispone delle capacità per superare questa complessità e garantire un futuro più prospero alle nuove generazioni.

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