Tutto l’interesse europeo nella ricostruzione dell’Ucraina, occorrono 600 miliardi di euro e questo sarebbe il tornaconto

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Prima o poi la guerra finirà e visti i tempi che si prevedono lunghi, l’Unione ha tutto il tempo di iniziare a mettere da parte un bel gruzzoletto. Da una parte c’è la Russia che punta a ridare lustro alla terra martoriata e a fare di Mariupol un’oasi di benessere sulla cenere dei cadaveri ancora fumanti. Dall’altra c’è l’Europa già in pole per la ricostruzione.

I costi

Uno studio del Center for Economic Policy Research (Cepr) ci dice che la ricostruzione costa intorno ai 600 miliardi. E di recente il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato una raccolta fondi dal nome United24. Ma è da considerare anche tutto l’interesse europeo nella ricostruzione. Questo per una serie di vantaggi economici e geopolitici che fanno gola ai Paesi membri in seria difficoltà interna per le conseguenze economiche e commerciali del conflitto.

Tutto l’interesse europeo nella ricostruzione dell’Ucraina, occorrono 600 miliardi di euro e questo sarebbe il tornaconto

In primis siamo in asfissia energetica e potremmo contare proprio sulle ricche riserve energetiche e minerarie dell’Ucraina. Paese che ha il gas ma anche carbone e terre rare. Inoltre, la posizione geografica è di particolare interesse perché rappresenta un punto interessante per i transiti tra Est e Ovest, nonché per le produzioni agricole. Ma il dato più interessante pare essere legato alle terre rare che sono fondamentali per la transizione ecologica e molte di queste attualmente siamo costrette ad importarle dalla Cina. Realtà da cui, evidentemente, vorremmo smarcarci. L’Ucraina, infatti, dispone di litio e altri elementi chimici indispensabili per la realizzazione di auto elettrice e rinnovabili.

I danni da sanare

Pare infatti che Bruxelles abbia già avviato un piano di finanziamento per la ricostruzione. Con tanto d’invito agli Stati membri ad iniziare a mettere da parte un bel gruzzoletto per poter sostenere i costi ingenti. Per quanto riguarda i danni, secondo fonti autorevoli, ad oggi sarebbero stati distrutti circa 4431 edifici residenziali, 92 fabbriche, 378 scuole. Ancora, 138 strutture sanitarie, 12 aeroporti e circa 7 centrali termiche/idroelettriche. Insomma, ci sarebbe molto da fare e la conta dei danni pare destinata a crescere nei giorni a seguire.

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