Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse è possibile ma in questi Stati non accade e l’Agenzia delle Entrate controlla

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Trasferirsi all’estero è il sogno di molti italiani, dagli imprenditori ai pensionati. Allettati da una tassazione più favorevole rispetto a quella italiana e da un maggiore potere di acquisto dei propri soldi, questa opzione sta prendendo sempre più campo nella popolazione italiana. Ma bisogna sapere bene cosa fare e soprattutto bisogna scegliere bene il Paese. Perché essere accusati dal Fisco italiano di presunta evasione fiscale e magari di espatrio fittizio e non reale, non è lontano dalla realtà. E le conseguenze potrebbero essere serie e gravi.

Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse è possibile ma in questi Stati non accade e l’Agenzia delle Entrate controlla

Ricevere la pensione senza pagare le imposte italiane è una delle cose che spingono un pensionato a decidere di trasferirsi all’estero a vivere. Nulla vieta ad un pensionato di operare questa scelta. Ma non sempre è la scelta giusta perché si può finire con il non raggiungere quello che è l’obiettivo. Se parliamo di potere di acquisto, andare in un Paese dove la vita costa meno è senza dubbio un vantaggio a prescindere. Passare dall’Italia ad un Paese dove 500 euro valgono il doppio è vantaggioso. ma se il ragionamento si sposta sulla tassazione, il discorso cambia. Prima di trasferirsi o di scegliere il Paese dove andare, meglio usare la cautela. Esiste infatti una lista di Paesi dove il trasferimento di un italiano può essere considerato agli occhi del Fisco nostrano come sospetto. La chiamano Black List ed è in costante aggiornamento.

L’onere della prova a carico del cittadino e non dell’Agenzia delle Entrate

L’organismo che ha quella lista nera dei Paesi che in termini pratici vengono definiti Paradisi Fiscali è detenuta ed aggiornata direttamente dall’Agenzia delle Entrate. E l’argomento centrale di questo elenco è la presunzione di residenza fiscale per le persone fisiche. In pratica trasferendosi in queste Nazioni il contribuente, sia esso un pensionato che una qualsiasi altra persona fisica, deve dare prova di veridicità del trasferimento stesso.
L’onere della prova nei confronti del Fisco è a carico del contribuente che deve dimostrare che non si tratta di trasferimento fittizio a scopo frode o evasione. La grande differenza tra il trasferirsi in un Paese della Black List o in un altro è proprio l’onere della prova. Perché si tratta di Paesi che non hanno stretto accordo con l’Italia sulla doppia imposizione ed hanno regole che non permettono lo scambio di informazioni tra Stati. Chi si trasferisce in un Paese Black List deve provare  che il suo emigrare è effettivo e non è invece collegato a meccanismi di evasione fiscale.

Le tasse in Italia nonostante il cambio di residenza in un Paese della Black List

Per le persone fisiche anche se si cancellano dall’anagrafe italiana e si iscrivono all’AIRE, vige la regola della presunta residenza in Italia. La prova contraria di essere residenti effettivamente in Stati aventi un regime fiscale privilegiato deve essere certa a tutti gli effetti. Gli Stati presenti nella Black List oggi sono, in stretto ordine alfabetico:

  • Alderney
  • Andorra
  • Antigua e Barbuda
  • Antille Olandesi
  • Aruba
  • Bahama
  • Bahrein
  • Barbados
  • Belize
  • Bermuda
  • Brunei
  • Costa Rica
  • Dominica
  • Emirati Arabi Uniti
  • Ecuador
  • Filippine
  • Gibilterra
  • Gibuti
  • Grenada
  • Guernsey
  • Hong Kong
  • Isola di Man
  • Isole Cayman
  • Isola Cook
  • Isole Marshall
  • Isole Vergini Britanniche
  • Jersey
  • Libano
  • Liberia
  • Liechtenstein
  • Macao
  • Malaysia
  • Maldive
  • Mauritius
  • Montserrat
  • Nauru
  • Niue
  • Oman
  • Panama
  • Polinesia Francese
  • Principato di Monaco
  • Sark
  • Seicelle
  • Singapore
  • Saint Kitts e Nevis
  • Saint Lucia
  • Saint Vincent e Grenadine
  • Svizzera
  • Taiwan
  • Tonga
  • Turks e Caicos
  • Tuvalu
  • Uruguay
  • Vanuatu
  • Samoa

Si rammenta infine che a livello fiscale detenere attività patrimoniali, economiche e finanziarie in questi Paesi obbliga comunque il contribuente ad indicare questi dati nella dichiarazione dei redditi per il tramite del quadro RW. Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse non sempre è vantaggioso quindi.

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