Stellantis e la cura Filosa: il nuovo CEO alla prova semestrali, ma l’obiettivo 300 miliardi sembra ormai irraggiungibile

Stellantis e la cura Filosa: il nuovo CEO alla prova semestrali, ma l'obiettivo 300 miliardi sembra ormai irraggiungibile

Le dimissioni di Carlos Tavares hanno scosso Stellantis e acutizzato le problematiche con le quali l’azienda sta combattendo da tempo: problemi sul mercato americano, incertezza della transizione elettrica e calo delle azioni. Cosa riserva il futuro per il colosso automobilistico, che ha ufficializzato la nomina di Antonio Filosa a nuovo CEO?

Dai successi iniziali al declino: cosa lascia Tavares?

Quando Tavares ha assunto la guida di Stellantis, nato dalla fusione di PSA e FCA, il gruppo sembrava destinato a crescere rapidamente. Il piano “Dare Forward 2030” puntava a 300 miliardi di euro di ricavi entro il 2030. I numeri del 2023 sembravano confermare le ambizioni: 189,5 miliardi di ricavi e 18,6 miliardi di utili. Il 2024, tuttavia, ha segnato una brusca frenata.

Già a metà anno, i conti mostravano un fatturato in calo del 14% e un crollo del risultato operativo del 40%. Le consegne di veicoli hanno subito un colpo duro: -18% in Nord America e -6% in Europa. A settembre, la situazione si è aggravata ulteriormente, con una perdita di ricavi del 27% rispetto all’anno precedente. Anche Maserati, simbolo di lusso, ha visto dimezzare le sue vendite.

Problemi in Nord America: il cuore della crisi

Il mercato nordamericano, da sempre una gallina dalle uova d’oro per Stellantis, è diventato una delle principali preoccupazioni. Gli inventari invenduti hanno raggiunto 1,4 milioni di veicoli, mentre la quota di mercato è scesa al 18,1%. Tentativi di recupero, come una riduzione degli stock e la nomina di nuovi manager, non hanno dato i risultati sperati. Le tensioni con il sindacato UAW, inoltre, si sono intensificate, con accuse reciproche e minacce di nuovi scioperi.

Stellantis al bivio: l’elettrico che non decolla

Uno dei grandi punti critici resta la transizione all’elettrico, pilastro del piano Dare Forward 2030. Stellantis puntava a vendere un milione di veicoli elettrici già nel 2024, ma i numeri raccontano un’altra storia. Modelli come la 500E, inizialmente promettenti, hanno perso slancio, costringendo il gruppo a introdurre versioni ibride. Progetti ambiziosi, come la gigafactory di Termoli, sono stati posticipati a data da destinarsi, con conseguenze pesanti per i lavoratori: cassa integrazione ed esuberi hanno colpito oltre 600 dipendenti.

Il rallentamento dell’elettrico, combinato con un calo delle vendite globali, sottolinea l’urgenza di una revisione strategica per rimanere competitivi in un settore sempre più orientato alla sostenibilità.

Quale futuro per Stellantis con l’arrivo di Antonio Filosa?

L’addio di Tavares segna, senza dubbio, la fine di un capitolo complesso per Stellantis, ma apre anche nuove opportunità. Antonio Filosa è l’uomo sul quale l’azienda ha deciso di puntare per dare nuova vita agli stabilimenti in Europa e nel Nord America. Proprio il nuovo continente è considerato il luogo strategico della produzione industriale, nonostante le enormi difficoltà dell’ultimo periodo, tra calo delle vendite, aumento dei prezzi e rischio dazi da parte del Presidente Trump.

La scelta di puntare sugli stabilimenti americani rappresenta anche un chiaro monito per gli investitori: Filosa è in grado di capire quali sono le sfide da affrontare nel breve periodo e intende superarle, per ridare vigore al mercato nordamericano, da sempre fortemente remunerativo per Stellantis.

In Europa, invece, il CEO dovrà ideare una strategia per ridare al gruppo un’identità vincente, magari puntando sui nuovi modelli che verranno messi sul mercato. In particolare, l’attenzione dovrà essere rivolta ai marchi Lancia e Fiat, che hanno particolarmente patito le scelte commerciali della passata gestione. Ma Filosa dovrà fare i conti anche con l’eredità di Fiat, Alfa Romeo e Maserati, che necessita di essere amministrata con cautela. Il lancio della nuova Grande Panda sarà un test fondamentale, mentre il gruppo Maserati si appresta a essere il nodo più problematico, a causa del periodo di forte crisi, insito in un settore (quello del lusso) caratterizzato da una crescente competizione.

Ma la grande innovazione rispetto all’epoca Tavares si attende in Italia, in relazione alla questione della saturazione degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco, Mirafiori, Melfi e Cassino, per la quale è attesa la trattativa con il Governo.

L’ultima sfida che il nuovo CEO dovrà affrontare è quella della governance, visto che al momento mancherebbe un vero e proprio piano strategico. Il compito di Filosa dovrà essere quello di definire la direzione del gruppo e rilanciarlo, a partire dal prossimo 24 luglio, giorno in cui verranno presentati i conti semestrali e si terrò la prima conference call con il nuovo CEO.

[foto copertina @Jonathan Weiss / Shutterstock.com, solo per uso editoriale]

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