Stai pensando di trasferirti all’estero per pagare meno tasse? Se lo fai in uno di questi 55 paesi, potresti essere considerato un evasore

Stai pensando di trasferirti all'estero per pagare meno tasse? Se lo fai in uno di questi 55 paesi, potresti essere considerato un evasore

Trasferirsi all’Estero è il sogno di molti connazionali, allettati da una tassazione più favorevole rispetto a quella italiana e da un maggiore potere di acquisto dei propri risparmi. Fare le valigie e partire per mete ignote e lontane, tuttavia, non è sempre la soluzione ideale, perché tale scelta va effettuata con estrema consapevolezza. In alcuni casi, infatti, il trasferimento potrebbe destare i sospetti del Fisco italiano e integrare ipotesi di evasione fiscale e di espatrio fittizio, con conseguenze abbastanza gravi.

Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse è possibile, ma occhio a questi Stati

Tra gli italiani che sognano di trasferirisi all’estero non ci sono solo giovani alla ricerca di lavoro o imprenditori tartassati dal regime fiscale del nostro Paese, ma anche pensionati. Si tratta di una soluzione assolutamente lecita, ma non bisogna farsi ingannare dalle aspettative di vita agiata degli altri Stati. Nel caso in cui ci si sposti in luoghi in cui il costo della vita è inferiore, protrebbero derivarne degli indubbi vantaggi, ma se alla base del trasferimento c’è la volontà di pagare meno tasse, allora bisogna prestare massima attenzione prima di lasciare l’Italia.

Non tutti sanno, purtoppo, che esiste un elenco di Stati in cui lo spostamento potrebbe essere considerato sospetto da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si tratta delle cd. Black List, aggiornata annualmente e introdotta al fine di contrastare l’evasione fiscale e le frodi internazionali. In essa sono inseriti tutti i Paesi che godono di un regime fiscale agevolato ossia quelli che vengono comunemente chiamati “paradisi fiscali” e che, ai sensi della Legge di Stabilità 2016, sono caratterizzati da “un livello nominale di tassazione inferiore al 50% di quello applicabile in Italia“.

Per le persone fisiche che si trasferiscono nei luoghi inseriti nella Black List, vige la presunzione di residenza fiscale e, dunque, sono obbligate a fornire la prova di veridicità del trasferimento al Fisco, ossia dimostrare che lo spostamento non è fittizio e non è stato effettuato a scopo di frode o evasione. Sta proprio nell’onere della prova che grava sul contribuente la grande differenza con i Paesi che non appartengono all’elenco. Poiché si tratta di Stati che non hanno stretto accordi con l’Italia sulla doppia imposizione e hanno regole che non permettono lo scambio di informazioni, chi vi si trasferisce deve provare che l’operazione non è collegata a condotte illecite.

Per le persone fisiche, dunque, vige la regola della presunta residenza in Italia, anche in caso di cancellazione dall’Angrafe italiana e iscrizione all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero). La prova contraria della residenza in un altro Paese con regime fiscale privilegiato deve basarsi su elementi certi e inconfutabili.

Quali sono i Paesi della Black List stilata dall’Agenzia delle Entrate?

L’ultimo aggiornamento della Black List è stato effettuato dall’Agenzia delle Entrate con la Circolare n. 39/2016. In particolare, si tratta dei seguenti Paesi (in ordine alfabetico):

  • Andorra;
  • Bahamas;
  • Barbados;
  • Barbuda;
  • Brunei;
  • Gibuti;
  • Grenada
  • Guatemala;
  • Isole Cook;
  • Isole Marshall;
  • Isole Vergini statunitensi;
  • Kiribati;
  • Libano;
  • Liberia;
  • Liechtenstein;
  • Macao;
  • Maldive;
  • Nauru;
  • Niue;
  • Nuova Caledonia;
  • Oman;
  • Polinesia Francese;
  • Saint Kitts e Nevis;
  • Salomone;
  • Samoa;
  • Saint Lucia;
  • Saint Vincent e Grenadine;
  • Sant’Elena;
  • Sark;
  • Seychelles;
  • Tonga;
  • Tuvalu;
  • Vanuatu.

Occhio, però, perché questo elenco non è stato aggiornato dal Fisco, nonostante delle importanti novità introdotte dall’Unione Europea, che ha ristretto la lista escludendo alcuni Stati. Per tale motivo, per individuare i luoghi della Black List con esattezza, ora bisogna fare riferimento all’elenco approvato dall’UE, in occasione del Consiglio Europeo del 20 febbraio 2024.

Ricordiamo, infine, che, a livello fiscale, detenere attività patrimoniali, economiche e finanziarie in questi Paesi obbliga i contribuenti italiani a indicare tutti i dati derivanti dalle operazioni nella Dichiarazione dei Redditi e, in particolare, nel Quadro RW. Trasferirsi all’estero per pagare meno tasse non sempre è vantaggioso quindi.

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