Quando pagare le tasse con la Partita IVA anche forfettaria

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Quando si presenta la dichiarazione dei redditi al Fisco c’è sempre da fare attenzione e distinzione tra l’anno di presentazione e l’anno di imposta che è sempre quello precedente. Per l’anno in corso, non a caso, è attualmente attiva la stagione dichiarativa del 2022 sull’anno di imposta del 2021. Il che significa che, trasmettendo all’Agenzia delle Entrate il modello, si dichiarano i redditi, gli utili, i corrispettivi o i compensi percepiti nel 2021. Dai lavoratori dipendenti alle imprese, passando per i collaboratori.

E lo stesso, tra l’altro, vale pure per chi percepisce solo entrate da pensione. Ma detto questo, al netto dei redditi da dichiarare al Fisco, quando si pagano le tasse? Vediamo allora di fornire dei chiarimenti al riguardo soffermandoci, in particolare, sulle persone fisiche che hanno attiva la Partita IVA. In qualità di lavoratori autonomi, piccoli imprenditori o liberi professionisti.

Quando pagare le tasse con la Partita IVA anche forfettaria

Nel dettaglio, al pari della dichiarazione, pure le tasse sui redditi si pagano una volta l’anno. La scadenza standard per le Partite IVA è quella del 30 giugno. Pur tuttavia, dopo questa scadenza le tasse si possono ancora versare con una piccola maggiorazione che è pari allo 0,40%.

Se ci chiediamo quando pagare le tasse con la Partita IVA, in particolare, per il 2022 la scadenza è stata quella del 22 agosto. Proprio per il versamento dell’IRPEF da parte delle persone fisiche a Partite IVA con la maggiorazione dello 0,40%.

Quando il lavoratore non paga tasse in dichiarazione

Per il pagamento telematico delle imposte, dal portale dell’Agenzia delle Entrate tramite autenticazione, il modello di riferimento è l’F24. Non solo per l’IRPEF, ma anche per le addizionali regionali e comunali quando queste scattano.

Pur tuttavia, in base al reddito e ad eventuali Bonus e detrazioni fiscali portate in dichiarazione, non sempre il lavoratore a Partita IVA deve pagare le tasse. Può infatti risultare, invece, a credito con il Fisco. Ed in tal caso il contribuente può decidere per chiedere il rimborso. Oppure tenere il credito da portare poi in compensazione con il pagamento di altre tasse. Per quel che riguarda i rimborsi fiscali da dichiarazione, per Partita IVA, questi non sono pagati subito dall’Agenzia delle Entrate.

Ciò poiché la dichiarazione deve prima essere controllata e liquidata, e poi sarà accreditato il rimborso sull’IBAN fornito dal contribuente. E quindi su conto corrente bancario o postale. Orientativamente, in genere il rimborso fiscale arriva al massimo entro l’inizio della campagna dichiarativa dell’anno successivo.

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