Perderà la pensione chi entro il 30 novembre non presenta domanda all’INPS e dovrà lavorare 6 anni in più

Perderà la pensione chi entro il 30 novembre non presenta domanda all’INPS-Foto da imagoeconomica

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla Legge di Bilancio 2024 e a sorpresa, l’APE sociale non ci sarà più. Sparisce un canale di pensionamento anticipato che molti lavoratori hanno usato in questi anni. La misura viene inglobata da un altro strumento che come l’APE sociale, prevede l’uscita a 63 anni. Identica età quindi, e pure identica platea dei potenziali beneficiari. Ciò che cambia però è il requisito contributivo, che rischia di far rimanere senza pensione molti che invece erano ormai prossimi alla loro quiescenza. E chi pensava di rimandare tutto all’anno venturo, adesso deve correre a presentare domanda, perché se raggiunge i requisiti per l’APE sociale entro il 31 dicembre prossimo, può ancora salvarsi. 

Ecco cosa fare entro fine anno per evitare l’inasprimento voluto dal Governo

Perderà la pensione chi entro il 30 novembre prossimo non presenta domanda all’INPS per la certificazione del diritto all’APE sociale. Infatti dopo le novità del Governo, perdere questo treno ha uno svantaggio doppio rispetto a prima. Infatti per invalidi, disoccupati e caregivers, l’APE sociale consentiva il pensionamento a partire dai 63 anni di età con 30 anni di contributi versati. La nuova misura che prende il posto della precedente invece, prevede 63 anni di età ma 36 anni di contributi. Ben 6 anni in più di contribuzione, sia essa da lavoro o figurativa. Un vero scalone, come si chiama in gergo tecnico l’allontanamento dei requisiti di accesso alla pensione.

Perderà la pensione chi entro il 30 novembre non presenta domanda all’INPS e dovrà lavorare 6 anni in più

Anche nel 2024 potranno andare in pensione a 63 anni gli invalidi al 74% almeno o chi assiste da almeno 6 mesi un parente convivente e disabile grave. Ma non basteranno più 30 anni di versamenti, perché serviranno 36 anni. Lo stesso vale per i disoccupati che hanno terminato di percepire la NASPI. I lavori gravosi invece, restano invariati, perché per gli addetti a queste attività logoranti, anche prima servivano 36 anni di contributi. Proprio per evitare di finire dentro quel circolo vizioso dell’inasprimento dei requisiti, entro il 30 novembre chi completa i requisiti per l’APE sociale entro il 2023, deve produrre domanda. Si tratta delle domanda di certificazione del diritto. Domanda con cui l’interessato chiede all’INPS la conferma di avere il diritto ad una determinata pensione. A domanda positiva, il lavoratore deve presentare poi la domanda di pensione vera e propria.

Occhio alle scadenze, oggi si rischia grosso

Il 30 novembre 2023 chiude l’ultima finestra utile alla domanda certificativa (le altre due finestre sono scadute il 31 marzo e il 15 luglio). Questa scadenza riguarda i lavoratori che non hanno potuto presentare domanda per la finestra precedente perché magari non avevano ancora completato i mesi di fruizione della NASPI per i disoccupati. Oppure perché la convivenza con il parente disabile non aveva completato ancora i 6 mesi necessari. Chi salta questa possibilità, per quanto detto in precedenza, rischia di restare senza pensione nel 2024, perché non basteranno 30 anni di contributi, ma necessariamente 36.

Consigliati per te