Per il mini capitolo della riforma delle pensioni anticipate si va dritti verso il rush finale

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È atteso nei prossimi giorni, sul tema relativo alle pensioni, un incontro tra la premier Giorgia Meloni ed i Sindacati di CGIL, CISL e UIL. Un incontro che segue quello che Marina Calderone, il Ministro del Lavoro nel nuovo Governo di centrodestra, ha avuto con le parti sociali.

Rispetto agli interventi contro il caro bollette, nella prossima Legge di Stabilità le risorse da destinare alla riforma delle pensioni sono alquanto limitate. Si stima, in particolare, che queste non dovrebbero superare la soglia dei 2 miliardi di euro.

Per il mini capitolo della riforma delle pensioni siamo ormai prossimi alla resa dei conti

Ma in ogni caso ci sono sia da rinnovare le misure di pensionamento anticipato in essere, sia apportare qualche ritocco. Come, per esempio, il superamento della Quota 102 e la contestuale introduzione della Quota 41 con un vincolo di età.

Dopo aver sentito i Sindacati, infatti, il quadro per il mini capitolo della riforma delle pensioni sarà decisamente più chiaro. Fermo restando che, per il 2023, salvo clamorose sorprese, si andrà verso la proroga di Opzione Donna almeno per altri 12 mesi. Con lo stesso destino che dovrebbe toccare pure all’APE Sociale. Che è quella misura di pensionamento anticipato che, lo ricordiamo, nel rispetto dei vincoli contributivi previsti, permette il ritiro dal lavoro a 63 anni di molte categorie svantaggiate. O comunque rientranti tra i lavoratori fragili. Da chi svolge mansioni usuranti ai disabili, passando per i caregiver e per i disoccupati di lungo corso.

Grande attesa pure su quali saranno le politiche per il lavoro del Governo Meloni

C’è grande attesa, inoltre, pure per quelle che saranno le politiche attive per il lavoro da parte del Governo guidato da Giorgia Meloni. Non solo nella prossima manovra, ma anche nel corso del 2023. E questo anche considerando il fatto che il centrodestra dovrebbe puntare, almeno nelle intenzioni, a depotenziare progressivamente il reddito di cittadinanza. Che ha aiutato le famiglie a livello economico, ma che non ha creato i posti di lavoro attesi quando, nel 2019, la misura è stata istituita. E fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, che ora in Parlamento è all’opposizione.

In più, ci sarebbe allo studio pure un Bonus pensionistico per mantenere i posti di lavoro in essere in alcuni settori strategici. Precisamente, per trattenere in servizio dipendenti del settore pubblico anche dopo che questi hanno maturato i requisiti per il ritiro dal lavoro. Per esempio, in settori chiave e con gravi carenze come quello della sanità.

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