L’alta volatilità dei Mercati ha innescato le più svariate reazioni ma adesso sembra tornata la “calma”. La situazione però è molto più complessa di quanto si possa pensare, e non solo in America.
L’ipotetica cancellazione fino al 90% dei Dazi contro la Cina ha iniettato un rinnovato entusiasmo negli investitori, tanto che gli indici statunitensi hanno visto rialzi repentini, in particolar modo l’S&P500, così come i titoli ad alto rischio. Ad un’analisi superficiale, si potrebbe pensare che in fondo i Mercati hanno reagito meglio di quanto ipotizzato, e che lo spettro Dazi non faccia più paura. Ma c’è chi sostiene che si tratta di un’illusione passeggera. E non va meglio nell’area euro.
Morgan Stanley avverte: occhio al rally delle Borse, si rischia un tonfo ancora più pesante
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Non è facile per ogni tipologia di investitore prevedere come si evolveranno le compravendite da qui al breve periodo, soprattutto perché le politiche commerciali di Trump hanno già innescato meccanismi inediti, mai visti prima. A lanciare un allarme, tra gli altri, anche Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley e naturalmente personaggio con ampia reputazione a Wall Street. Secondo il suo parere, un reale rialzo dei Mercati statunitensi può avvenire solamente con le decisioni sui tagli dei tassi da parte della Federal Reserve (cosa che ancora è molto incerta) e con un calo dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine.
Il concetto è molto semplice: gli investitori potrebbero preferire molto di più gli asset “sicuri” e abbandonare progressivamente le azioni delle società private, anche se vantano buone performance. Le previsioni di Morgan Stanley sono molto preoccupanti, ma tecnicamente verosimili Se l’interesse verso le azioni continuerà a scendere, i titoli potrebbero subire crolli importanti anche se le società continueranno a fatturare e ad avere utili stabili. Sempre secondo Wilson, dunque, servirebbe una politica tariffaria chiara, in modo che i Mercati possano reagire senza artificiosità. In conclusione, l’avvertimento risiede nel fatto che alcuni investitori potrebbero illudersi che un rally degli indici sia lo specchio di scambi commerciali “in salute”, e potrebbero rischiare ricadute molto pesanti sul portafoglio.
In Europa non va affatto meglio, anzi
Durante le ultime settimane, i Mercati azionari europei hanno ritrovato vigore, con tutti i principali indici in crescita. Anche in questo caso, e anche senza il parere esplicito di Morgan Stanely, si può ipotizzare un’evoluzione a breve dello scenario sopra descritto. Ricordiamo che nelle ultime 7 sedute, il FTSE MIB ha segnato sempre in positivo, arrivando a quota 40.577 punti il 16 maggio, di fatto un nuovo record su base annuale.
L’entusiasmo potrebbe generare acquisti, ma sarebbe sufficiente una piccola crepa nei dialoghi inerenti le tariffe per far saltare tutto quanto. In Europa, invece, non bisogna dimenticare che sono numerose le criticità che – almeno per il momento – sembrano essere ignorate dai vari Governi. Tutti i Paesi stanno lottando con i prezzi dell’energia eccessivi, che minano la competitività. Non c’è più una sovranità monetaria nazionale a cui aggrapparsi e i progetti green/rearm sono altamente fallaci. La reputazione commerciale è ai minimi storici, e aumentano le diseguaglianze tra i ricchi (che diventano sempre più ricchi) e la classe media (che sta scomparendo) con un aumento continuo di milioni di poveri. In uno scenario come questo, forse le priorità su cui investire dovrebbero essere altre. Ad esempio una mobilitazione di massa contro le azioni scellerate della Commissione UE, sempre meno democratica e sorda ai reali bisogni dei cittadini.