Le cifre della pensione minima INPS e quanto costano 5 anni di contributi

contributi

Riuscire a capire come andare in pensione è una delle più importanti prerogative di ogni contribuente. Tutto parte dai contributi versati perché non basta capire chi ha diritto alla pensione sociale o se chi ha versato pochi contributi ha diritto all’assegno sociale. I contributi sono determinanti per andare in pensione, anche quelli non effettivi. A cosa servono i contributi figurativi o come vengono considerati i contributi figurativi è argomento da approfondire. Ma non solo per capire se si arriva alla soglia minima per la pensione. Infatti i contributi sono importanti anche per conteggiare la pensione spettante. Le cifre della pensione minima INPS per esempio, sono ciò che un contribuente deve capire per poter andare in quiescenza. E a volte può tornare utile pure la prosecuzione volontaria dei versamenti.

La pensione minima INPS e perché l’importo a volte nega l’assegno ai lavoratori

La pensione minima INPS è l’importo minimo del trattamento che la Legge stabilisce ogni anno adeguando questo minimo al tasso di inflazione. La pensione minima nel 2022 è pari a 524,35 euro al mese. Ma la pensione minima è una definizione che viene usata anche in diverse misure previdenziali per determinare il diritto all’accesso alle pensioni dei contribuenti. Un fattore che riguarda da vicino i lavoratori privi di qualsiasi contribuzione, anche figurativa, prima del 1996. Infatti per la pensione di vecchiaia questi lavoratori oltre ai 67 anni di età e ai 20 anni di versamenti previdenziali, devono raggiungere una pensione pari a 702,42 euro al mese (1,5 volte assegno sociale che è di 468.28 euro). E a 64 anni per la pensione contributiva il diretto interessato deve arrivare a 1.311,18 euro (2,8 l’assegno sociale vigente).

Le cifre della pensione minima INPS e quanto costano 5 anni di contributi

Per raggiungere le giuste soglie dei contributi previdenziali a volte si può far riscorso ai versamenti volontari. Il lavoratore che ha cessato l’attività lavorativa può essere autorizzato dall’INPS alla cosiddetta prosecuzione volontaria dei versamenti. In pratica, se mancano anni di contributi, si può passare al versamento volontario.

Versamenti volontari, come fare?

Per versare i contributi volontari occorre innanzi tutto essere autorizzati dall’INPS. E poi bisogna passare ai versamenti, che possono essere trimestrali. L’importo dei versamenti per i lavoratori dipendenti è calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione. Per essere autorizzati dall’Istituto occorre avere almeno 5 anni di contribuzione versata o in alternativa avere almeno 3 anni di contributi versati nei 5 anni che precedono la domanda di autorizzazione alla prosecuzione volontaria. Versando i contributi si possono raggiungere le soglie di accesso alle misure previdenziali che altrimenti non potrebbero essere sfruttate per la pensione.

Lettura consigliata

Che differenza c’è tra pensione di vecchiaia e pensione anticipata e come usarle

Consigliati per te