Lavoratori dipendenti e partite IVA rischiano controlli fiscali per queste operazioni sui soldi del conto corrente

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Non sono solo i bonifici o i versamenti e destare talvolta i sospetti dell’Agenzia delle Entrate e a far scattare delle verifiche serrate. Il contribuente, che sia un lavoratore dipendente, un professionista o il titolare di una impresa, può talvolta esporsi alle verifiche del Fisco o segnalazioni particolari. Cosa succede con  prelievi e versamenti di soldi contanti dal conto corrente? Come operare nel pieno rispetto della normativa? Lavoratori dipendenti e partite IVA rischiano controlli fiscali per queste operazioni sui soldi del conto corrente e di seguito analizziamo alcuni aspetti salienti.

Quali operazioni su soldi e conto corrente possono insospettire il Fisco

Secondo quanto prevedono gli articoli dal 38 al 41 del D.P.R. n. 600/1973 le movimentazioni bancarie possono diventare oggetto di accertamento. La suddetta ed altre norme sono tutte in linea con quel principio che prevede che il prelievo dal conto debba essere giustificato. Ma cosa significa tutto questo?

In generale, possiamo dire che le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e altri Organi mirano ad individuare coerenza tra quanto il contribuente dichiara e  risparmio. Vien da sé che una eventuale discrepanza tra questi dati non possa che insospettire il Fisco. Immaginiamo il caso di un contribuente che produca un risparmio pari o superiore a quanto dichiarato. Se tale risparmio non è attribuibile a donazioni, indennizzi o simili, potrebbe riguardare redditi non dichiarati. In tale circostanza il Fisco potrebbe presumere che vi sia una logica sottostante composta da versamenti o prelievi di denaro “in nero” sul conto corrente. In questo senso, allora, è bene porre particolare attenzione ad alcune operazioni e alle giustificazioni da dare al Fisco.

Lavoratori dipendenti e partite IVA rischiano controlli fiscali per queste operazioni sui soldi del conto corrente

In generale, sono molte le operazioni che fanno puntare all’Agenzia delle Entrate la lente di indagine. Un esempio sono i bonifici periodici indirizzati alla stessa persona dei quali abbiamo parlato in precedenza. In altre circostanze, invece, le verifiche potrebbero scattare per finte donazioni ai propri familiari. Questo è un errore in cui possono facilmente incorrere in molti, per questo abbiamo spiegato come tutelarsi nell’articolo: “I 3 modi per regalare soldi rispettando le leggi fiscali”.

Nel caso dei titolari di partita IVA, l’attenzione deve essere ancora più alta sulle operazioni di versamento e prelievo dal conto corrente. Forse non tutti sanno che gli imprenditori hanno come limite di prelievo giornaliero un importo massimo di 1.000 euro in contanti e 5.000 euro al mese. Questo è quanto stabilisce l’art. 32 del D.P.R. n. 600/73. La normativa dice che al contribuente spetta l’onere probatorio nel caso in cui l’Amministrazione finanziaria richiedesse una giustificazione. Per tale ragione conviene sempre avere dei documenti che giustifichino l’eventuale operazione bancaria specifica.

Approfondimento

La causale giusta di un bonifico per evitare gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate

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