La correzione in atto sui mercati continuerà oppure assisteremo ad un recupero in Borsa nelle prossime settimane?

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La correzione in atto sui mercati continuerà oppure assisteremo ad un recupero in Borsa nelle prossime settimane? L’importanza è relativa per chi investe con metodo ed in ottica di lungo periodo. Ecco perché.

La fatidica domanda che molti investitori si chiedono è se i mercati continueranno a correggere nei prossimi giorni oppure no. La fase di ribasso è già terminata? In effetti dopo più di due anni di politiche monetarie ultra espansive e vari annunci di tapering, molti analisti iniziano a chiedersi se una correzione più o meno violenta sia dietro l’angolo.

Ma è importante preoccuparsi di prevedere il mercato?

In realtà le persone di successo sono quelle che si concentrano su cose che possono controllare o influenzare direttamente. Questa regola vale anche negli investimenti.

Quindi siccome nessuno di noi può prevedere il futuro, né influenzare il mercato, allora tanto meglio occuparsi della propria allocation tattica e strategica. Queste devono essere allineate e coerenti con i nostri obbiettivi finanziari.

Per supportare questa tesi, facciamo l’ipotesi peggiore ossia quella di aver ogni volta investito nei giorni immediatamente precedenti un crollo di Borsa. Otra andiamo a vedere i rendimenti che avremmo avuto nei vari scenari.

Se si fosse investito nell’indice S&P500 al 1° giugno 2000, ossia prima dello scoppio della bolla dot.com, a 1.517 dollari, oggi si sarebbe triplicato il capitale con un ritorno totale del 207% ed annualizzato al 5,3%.

Acquistando invece il 1° marzo 2007 prima della crisi finanziaria a 1.530 dollari, oggi si sarebbe anche triplicato il capitale con un ritorno totale del 205% ed annualizzato all’8%.

Acquistando invece sui massimi prima della crisi Covid, nel gennaio 2020 a 3′.30 dollari, oggi si otterrebbe un 44% di guadagno sul capitale, annualizzato al 19.7%.

Consideriamo che questi rendimenti sono i peggiori possibili, ossia quelli determinati acquistando sempre ai massimi prima di un crollo. Nella pratica però, anche mettendosi d’impegno, è difficile centrare sempre il massimo pre-crollo. Inoltre esistono delle strategie, tipo la dollar cost averaging, che consentono di mediare il prezzo d’acquisto tramite acquisti pianificati ogni mese o ogni sei mesi. Con una strategia dollar cost averaging i rendimenti sarebbero stati, rispettivamente di 482% per il 2000 ed il 2007 e del 191% per il 2020, con rendimenti annualizzati rispettivamente del 9%, 13% e 69%.

Rendimenti di tutto rispetto, ottenuti tramite una semplice strategia passiva di buy and hold, ci aiutano a capire che investitori con orizzonte temporale sufficientemente lungo, non devono preoccuparsi più di tanto di eventuali o imminenti crolli del mercato.

Quindi la correzione in atto sui mercati continuerà oppure assisteremo ad un recupero in borsa nelle prossime settimane?

Il rischio maggiore invece, sarebbe proprio quello di restare disinvestiti nell’attesa di un crollo. Movimento, che magari potrebbe arrivare tardi e costringere l’investitore a detenere molta liquidità non investita. Liquidità che sarebbe esposta ad una crescente inflazione che rischia di svalutarne il valore reale. Maggior liquidità sul conto determina inoltre una maggior propensione al consumo e minor propensione al risparmio.

Per questi motivi, è più efficiente restare investiti che cercare di fare market timing nella speranza spesso vana di battere il mercato.

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