In pensione con Quota 103 o Quota 41, ecco il confronto e la convenienza

Confronto fra Quota 101 e 103-Foto da pixabay.com

Ci sono lavoratori che possono andare in pensione con due misure nel 2024. Perché sono due misure che hanno la stessa identica carriera contributiva da versare. Una delle due però ha un limite di età da raggiungere mentre l’altra è completamente distaccata dall’anagrafica del lavoratore. Naturale che ci saranno lavoratori che avendo maturato il diritto alla prima misura per età e contributi, avranno maturato il diritto pure alla seconda. Le due misure in questione sono la Quota 103 e la Quota 41 precoci. Ma quale delle due conviene?

In pensione con quota 103 o quota 41, ecco il confronto e la convenienza

Un lavoratore nato nel 1962 può, con 41 anni di contributi versati, andare in pensione con Quota 103 o Quota 41. Due misure diverse ma che hanno lo stesso requisito contributivo fissato a 41 anni. Partiamo da Quota 103, misura confermata anche se con qualche modifica, dalla Legge di Bilancio. Infatti la misura prevede 62 anni come soglia minima anagrafica e 41 anni di contributi versati. Chi rientra in questa misura, se svolge una delle 15 attività di lavoro gravoso previste, può accedere pure alla Quota 41 precoci. Lo stesso che può fare il disoccupato senza più la Naspi da minimo 3 mesi, l’invalido al 74% e il caregivers da più di 6 mesi. In questi casi, nessun vincolo di età, ma serve un anno di contributi versati prima dei 19 anni di età.

Le differenze tra le due misure

Ma tra le due misure non c’è solo il requisito anagrafico a differenziarle. Infatti la Quota 103 ha più limiti della Quota 41 per i precoci. La prima misura infatti per il 2024 non potrà essere di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo. Significa che il lavoratore che ha diritto a prendere una pensione più alta, fino ai 67 anni, ne percepirà una ridotta. In questo caso, potendo, ecco che la Quota 41 per i precoci è già migliore.

Ma la Quota 103 prevede per il 2024 il ricalcolo contributivo della prestazione. Significa una pensione ridotta rispetto al calcolo misto (retributivo fino al 1996 o al 2012, contributivo poi) che invece spetta a chi esce dal lavoro come precoce. Infine, chi opta per la Quota 41 anziché per la Quota 103, non è assoggettato ad un altro limite che la seconda misura impone. Parliamo del divieto di cumulare redditi da lavoro con redditi da pensione. Con la Quota 103 infatti il pensionato non potrà svolgere attività da lavoro dipendente o autonomo. L’unica eccezione è data dal lavoro autonomo occasionale, fino all’importo massimo di 5.000 euro per anno solare.

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