«I giovani possono farcela se scrivono testi di qualità», parla Iva Zanicchi

Iva Zanicchi

Ospite della kermesse Benevento Città Spettacolo, Iva Zanicchi strega la platea. Una voce e un timbro che si levano in un cielo di stelle. Una sonorità senza tempo. Un patrimonio culturale che fa scuola. A 82 anni, Iva Zanicchi ha tutta l’energia e la volontà di agire.

Un’artista e una Signora che tiene la scena anche grazie alle sue ottime capacità interlocutorie con il pubblico. Quasi due ore di concerto live con la tempra di una giovinetta. Così la donna che fa «progetti a lungo termine» presenta lo spettacolo «Gargana». Tra il pubblico il direttore di Rai Uno, Stefano Coletta, il primo cittadino, Clemente Mastella, e la moglie, Sandra Lonardo. Ancora il Direttore artistico dell’evento Renato Giordano e a fianco a Iva il Manager, Massimiliano Notario.

Iva un’ottima esibizione, cosa pensa di questa città?

«Io sono qui da due giorni. Ho passeggiato, visitato il centro storico che è bellissimo e ben tenuto. Ho incontrato la gente e sono contenta aver cantato per questa città».

Lei ha scritto anche un libro, in realtà quattro. Il suo ultimo testo porta il titolo «Un altro giorno verrà». Di cosa tratta?

«È un libro pensato mentre ero ricoverata per il Covid. Non potevo scrivere, né leggere e ho pensato. Mi sono venuti in mente dei personaggi: c’è un nonno che accudisce un piccolino, un bambino eccezionale. Un romanzo pieno d’amore ma anche di storie tristi però è pieno di speranze, gioie e amore». E sul fronte musicale l’artista lancia un messaggio: i giovani possono farcela se scrivono testi autorevoli che per il contenuto resistono al tempo che passa.

Ha partecipato a Sanremo 2022 e sarà a Ballando con le Stelle da ottobre su Rai 1… un anno virtuoso per Lei. Dove trova tanta forza?

«Io dico che la mia molla è la curiosità e l’amore per la gente. Potrei anche starmene a casa invece no, c’è questa bambina dentro di me, un po’ peperina. Una parte di me sussurra di starmene a casa, fare la nonna, l’uncinetto. L’altra, più forte e furba, mi dice “no tu devi ancora dare, credere sperare, fare progetti”. E io faccio progetti ma anche abbastanza a lunga scadenza».

Iva Zanicchi

foto di: Marco Rimmaudo

Lei tifa per i giovani. Rispetto ai grandi successi del passato certamente oggi molti sono bravi ma qualcosa comunque sta cambiando nel mondo della musica…

«Vede, molti anni fa c’erano autori straordinari e noi interpreti rispettavamo in pieno il testo dell’autore. Io amo i giovani e anche la loro musica perché se vogliamo è divertente ma purtroppo a volte regge per poco tempo. Ad esempio, Diodato scrive grandi testi. Però in altri casi magari non è così. Secondo me non devono abbandonare la melodia, che è un nostro patrimonio straordinario. Si può prendere una melodia bella e vestirla in modo moderno e viene fuori un capolavoro. Io ho con me nei miei concerti Daniele Ronda. Lui incarna l’esempio del testo bello vestito di modernità».

I giovani possono farcela se scrivono testi di qualità», parla Iva Zanicchi. Dalla Sua partecipazione a Ballando con le Stelle cosa possiamo aspettarci?

«Se non mi spacco l’anca (sorride, ndr). Io vado come sempre, mi butto, ho voglia di far bene e magari la butterò anche un po’ sul ridere. Poi noi emiliani il liscio ce l’abbiamo un po’ nel sangue, ballicchiamo un po’ tutti. E occorre dire che i cantanti hanno il tempo della musica, quindi almeno non andiamo fuori tempo. Anche se non balleremo bene abbiamo il ritmo ed è già qualcosa. Poi vedremo».

Il Festival di Sanremo, una trasmissione storica… c’è ancora spazio per questo format a distanza di tanti anni dalla prima edizione?

«Il pubblico dice di sì. In passato c’era solo Sanremo quindi l’attenzione era spaventosa. Oggi c’è di tutto ma l’arena piace ancora. Il meccanismo della gara diverte molto quindi rappresenta ancora un’importante manifestazione musicale». Dove le nuove proposte saranno sempre più protagoniste. E l’artista insiste sul fatto che i giovani possono farcela se scrivono testi belli conditi da musiche moderne. Ed è il segreto per fare di un brano una canzone che sa di eternità.

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