Mentre il mondo pende ogni giorno dalle dichiarazioni di Trump sui Dazi, c’è qualcuno che ha escogitato un sistema per aggirarli. Ed è tutto reale, e soprattutto legale.
Sulla politica tariffaria del Presidente degli Stati Uniti sono state sviscerate le più svariate teorie, tutte valide, e i Mercati, politici, economisti e cittadini si stanno chiedendo dove porterà. Ma nel mezzo c’è una questione prettamente pratica che sta a cuore alle aziende di ogni angolo del globo: come non farsi affossare dai Dazi? Ebbene, qualcuno ha furbamente trovato un modo, anzi due.
Cosa sta succedendo alle dogane: le aziende hanno fregato Trump (almeno fino a che non se ne accorge)
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Quando una merce arriva in dogana è ovviamente sottoposta a controlli e classificazione. Molti non sanno che esistono migliaia di codici che vengono utilizzati proprio per identificare la tipologia di prodotto e dunque sottoporlo alla corretta tariffa. Il consumatore finale, che acquista un bene magari proprio dalla Cina, non saprà mai (e non gli interessa) quale classificazione sia stata assegnata. Per l’azienda però si tratta di un’opzione molto importante, poiché può fare la differenza in termini economici. Meno tariffe, più guadagni.
Ebbene, di recente molte aziende (anche brand famosi) si stanno appellando alla cosiddetta “ingegneria tariffaria” per eludere i Dazi. In sostanza, modificano la composizione di alcuni materiali del prodotto per farlo rientrare in altre categorie, che magari sono esentate dalle tariffe oppure hanno aliquote più basse. Come riporta la CNN, ecco un esempio pratico per capire la strategia:
- le sneaker della All Star di Converse hanno la suola in feltro, invece che in gomma come di consueto; in questo modo rientrano nella classificazione di “pantofole” invece che di calzature sportive, e di conseguenza pagano un’aliquota più bassa.
La CNN ha chiesto commenti anche da Nike, ma non gli è giunta risposta. La stessa emittente televisiva statunitense ha dichiarato di non essere a conoscenza delle attuali percentuali tariffarie applicate, ma ha scoperto il meccanismo dell’ingegneria tariffaria da alcune dichiarazioni rilasciate tra le altre da Jeff Tooze, vicepresidente per le dogane e il commercio globali di Columbia Sportswear, che avrebbe ammesso di ricorrervi da tempo: “Ho un intero team di persone che lavora… con designer, sviluppatori, merchandiser e con la dogana, in realtà, per garantire che durante il processo di progettazione si tenga conto dell’impatto dei dazi“.
Sempre CNN riporta le dichiarazioni di Erik Smithweiss, socio dello studio legale GDLSK, specializzato in conformità commerciale, che lasciano spazio a pochi dubbi: il sistema esiste, è utilizzato ed è completamente legale.
Stiamo lavorando con aziende che dicono: ‘Accidenti, voglio proprio essere in questa lista, guarda i miei codici tariffari’. Se pensiamo che ci sia qualcosa che può essere modificato su un prodotto per trasformarlo in uno di questi codici esenti, collaboreremo con loro per valutare se sia una posizione ragionevole da adottare
Il secondo trucco delle aziende per evitare i Dazi è… la pazienza
Un altro sistema che sta andando molto di moda oggi è quello di eludere le tariffe… aspettando che vengano tolte. O qualcosa di simile. Nei fatti, le aziende stanno sfruttando, anche in questo caso, un sistema legale già esistente.
Si tratta di sfruttare la possibilità di tenere le merci in dogana per non più di 5 anni; infatti le normative prevedono il pagamento dei dazi solamente quando le merci vengono ritirate dai magazzini, che sono ovviamente regolamentati dalla dogana. Ma in 5 anni possono accadere molte cose, anche la diminuzione o eliminazione di alcune tariffe. Guarda caso strano, di recente a chiedere l’attivazione di questa procedura sono state il 95% delle aziende cinesi. Ne è molto felice Jennifer Hartry, presidente di Howard Hartry: affitta magazzini doganali, e da quando Trump ha innescato la guerra commerciale per lui i volumi d’affari sono aumentati notevolmente.
Fino a che Trump non si accorgerà di questi trucchetti, andrà certamente tutto bene. O forse chissà, la sua guerra commerciale è già agli sgoccioli: sono molti i rumors secondo cui il Tycoon starebbe facendo marcia indietro e forse a breve i Mercati potranno citare la celebre opera di Shakespeare, “Tanto rumore per nulla” e riprendere là da dove si erano inceppati.