Giocattoli inclusivi a giugno arriva la Barbie imperfetta e Ken avrà la vitiligine, a quando un riferimento all’Ucraina?

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Alzi la mano chi non ne ha avuto almeno una tra i giochi d’infanzia. Il giocattolo tanto caro ad ogni bambina che nasce nel 1959 negli States dall’intuizione di Ruth Handler, si adegua ai tempi. Negli anni dimostra di saper interpretare al meglio il ruolo della donna nelle sue varie sfaccettature. Icona del Novecento, simbolo per eccellenza di eleganza, bellezza e femminilità. In versione principessa, ballerina, astronauta. Ma anche ginnasta, fotografa e dottoressa. L’eterna fidanzata di Ken non conosce declino. Ogni anno incassa circa 2,5 miliardi e vende in circa 150 Paesi. Solo l’Arabia Saudita la mette alla porta nel 2003 dichiarandola fuorilegge. Perché, per via degli abiti succinti sarebbe «simbolo di decadenza del perverso Occidente».

Le prossime uscite

Già disponibile in sedia a rotelle, la superstar a giugno arriva nei negozi di giocattoli con tanto di apparecchio acustico. Inoltre avremo esemplari con protesi alla gamba e Ken dovrà fare i conti con la vitiligine. Si tratta dell’intenzione della casa produttrice Mattel di dare spazio alla disabilità, sempre più frequente tra bambini e adolescenti. Così tra i giocattoli inclusivi a giugno arriva la Barbie con apparecchio acustico. L’attenzione alla disabilità riguarda la Mattel già dal 2019, anno d’esordio della bambola in sedia a rotelle e con protesi che conquista il plauso di molte Associazioni di rilievo nel campo dell’inclusione.

Giocattoli inclusivi a giugno arriva la Barbie imperfetta e Ken avrà la vitiligine, a quando un riferimento all’Ucraina?

Ci manca solo la Barbie soldato! Ma sarebbe un messaggio troppo opinabile, probabilmente non molto educativo e certamente politico. Farebbe rumore più di una bomba in pieno centro urbano, ma la Mattel non ha bisogno di tali trovate visti gli incassi annuali. Eppure, vista l’attenzione massima all’evoluzione del ruolo della donna negli anni, prossimamente un qualche riferimento alla guerra pure ce lo aspettiamo.

Fosse anche in qualità di Barbie volontaria, parte operosa di una ONG di comprovata autorevolezza. I tempi cambiano e oggi, le bambine fanno i conti con i capi da dismettere. Lavare, stirare e donare a quanti arrivano in Italia dall’Ucraina ma anche dall’Africa. E d’un botto si ritrovano immersi nella raccolta di generi di prima necessità da destinare al prossimo. In buone condizioni, puliti e igienizzati.

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