Fino a 1.000 euro sul conto in banca o alla posta senza pignoramento sulle pensioni

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La crisi economica e l’aumento dei prezzi stanno mettendo in difficoltà tantissimi lavoratori e pensionati che talvolta stentano ad arrivare alla fine del mese. Riuscire a pagare tutte le spese ordinarie, rate anche di piccoli prestiti o semplicemente adempiere a precedenti impegni assunti per molti può diventare davvero complicato. Nonostante gli aiuti del Governo per contrastare gli effetti negativi dell’inflazione come aumentare il cedolino di pensione di novembre, sono tanti ancora in difficoltà. Sono tanti i pensionati a preoccuparsi del futuro della propria pensione e di cosa si rischia se non si pagano i propri debiti. Il nostro legislatore, pur prevedendo norme per consentire ai creditori di recuperare le proprie somme, allo stesso tempo prevede un limite per garantire un’esistenza decorosa.

Potrebbe accadere pertanto che il creditore pur avendo a disposizione molteplici azioni da esperire per far valere i suoi diritti, possa rimanere insoddisfatto. Nonostante sia stato accertato in sede giudiziaria l’esistenza del proprio diritto di credito nei confronti del suo debitore. In arrivo un nuovo limite per i pensionati che potranno tenere fino a 1.000 euro sul proprio conto in banca o alle Poste

Quali sono i limiti posti ai creditori

Pur essendo garantiti ai creditori molteplici strumenti giuridici per ottenere il soddisfacimento delle proprie pretese, il legislatore garantisce che non sia toccato il minimo vitale. Le esigenze dei creditori devono contemperarsi con il diritto del debitore ad avere un’esistenza decorosa. Se il debitore percepisce uno stipendio questo potrà pignorarsi nel limite di 1/5. Inoltre qualora il debitore/lavoratore riceva lo stipendio mediante accredito sul conto, il creditore potrà pignorare soltanto la somma eccedente il triplo dell’assegno sociale. Inoltre con una recentissima sentenza la Cassazione ha esteso la garanzia del minimo vitale prevista per il pignoramento dello stipendio anche in ipotesi di sequestro.

In questo modo si potrà proteggere il conto corrente in banca o alla posta da pignoramento e sequestro. L’importo dell’assegno sociale nel 2022 è pari ad euro 468,10. Anche le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza incontrano dei limiti. In particolare sono pignorabili solo per la parte eccedente 1,5 volte il valore dell’assegno sociale, ovvero euro 702,00.

Da oggi si potranno tenere senza paura fino a 1.000 euro sul proprio conto in banca o alle Poste

La Legge di conversione n. 142/2022 del D.L. n.115/22 ha innalzato il minimo vitale per il pignoramento delle pensioni. Pertanto arriva il nuovo limite di impignorabilità per i pensionati. Le somme da chiunque dovute a titolo di pensione, indennità che tengono luogo di pensione o di altri assegni di quiescenza incontrano limiti maggiori. Viene infatti elevata la soglia di impignorabilità prevedendo che in tal caso il doppio della misura massimo mensile sia di 1.000 euro. Il pignoramento eseguito su somme maggiori di tale importo potrà essere rilevato inefficace dal Giudice. Pertanto tra le tante misure volte ad arginare la crisi, apportando questa importante modifica all’art. 545 c.p.c., il legislatore intende tutelare ancor di più i pensionati. Questi pertanto potranno avere 1.000 euro sul conto senza paura di subire un pignoramento.

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