Cosa accade se muore il coniuge in separazione dei beni?

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Cosa accade se muore il coniuge in separazione dei beni?

Quando muore un coniuge sorge la questione dell’eredità soprattutto se, a suo tempo, si era optato per la separazione dei beni. Ci si chiede a chi spettino i beni e i soldi relitti del defunto e se la presenza di un testamento possa facilitare l’espletamento delle procedure burocratiche. Occorre consultare le norme del diritto successorio per capire come dipanare la matassa della successione. Il successore può essere designato anzitempo con il testamento o, in caso di successione legittima, è individuato dal dettato giuridico. Quando si contrae matrimonio automaticamente i beni di un coniuge si confondono con quelli dell’altro fino a determinare la comune proprietà. Laddove non si richiede esplicitamente la separazione dei beni, i coniugi possono vantare il possesso del 50% del patrimonio in regime di comunione.

La successione in separazione dei beni

Se muore il coniuge in comunione dei beni, il coniuge superstite è tenuto a presentare la dichiarazione di successione entro 10 anni dal decesso. Spetta all’erede privilegiato inoltrare all’Agenzia delle Entrate di competenza territoriale in cui il defunto aveva la residenza e versare la tassa di successione. Per la dichiarazione di successione si deve ricorrere unicamente al modulo fornito dall’Autorità fiscale. Ciò perché l’utilizzo di altri moduli priverebbe di validità la dichiarazione. Il coniuge superstite può richiedere il mutamento di intestazione in modo da acquisire la titolarità dei beni solo dopo 30 giorni dall’invio della dichiarazione. Dalla dichiarazione è dato rilevare l’asse ereditario, cioè i beni complessivamente ereditati, sulla scorta dei quali viene calcolata la tassa di successione.

Cosa accade se muore il coniuge in separazione dei beni

Se in regime di separazione dei beni, il coniuge superstite acquisisce i diritti successori insieme agli altri eredi legittimi. Il che significa che se muore il coniuge in separazione dei beni, quello superstite ha diritto alla quota più consistente di eredità. Se la coppia non ha figli, sono i legittimari, cioè gli eredi legittimi legati da vincoli di parentela. a godere in misura proporzionale dei diritti successori. Il regime di separazione dei beni perde di validità col decesso di uno dei due coniugi.

Nell’evenienza di un conto cointestato, il coniuge superstite dovrà presentare il certificato di morte del cointestatario per ricevere l’autorizzazione ad operare in autonomia. Resta fermo che sono identiche le regole che disciplinano la successione a prescindere dal regime patrimoniale sia esso in comunione o in separazione dei beni. Può però darsi la circostanza secondo cui, prima del decesso, il coniuge abbia redatto un testamento contenente disposizioni particolari. Correndo l’obbligo di onorare le ultime volontà del defunto, si potrà anche verificare che la quota più rilevante di eredità non spetti al coniuge superstite. Gli atti di ultima volontà potrebbero difatti aver designato, quali destinatari di quote del patrimonio, soggetti o associazioni specificatamente indicati.

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