Con quale reddito le pensioni di reversibilità INPS del 2021 non subiscono tagli?

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Gli assegni pensionistici che spettano ai superstiti hanno un importo variabile che dipende da alcuni importanti fattori. L’ammontare del rateo previdenziale mensile cambia in base alla fascia di reddito e alla composizione del nucleo familiare. Chi appartiene ad una fascia reddituale più bassa matura il diritto ad un assegno più consistente. Pertanto occorre aggiornarsi e raccogliere informazioni per sapere con quale reddito le pensioni di reversibilità INPS del 2021 non subiscono tagli. Se invece le prestazioni economiche del trattamento previdenziale spettano ai minori, agli studenti o a soggetti disabili non si devono temere decurtazioni di sorta.

Inoltre potrebbe tornare utile sapere che la normativa vigente riconosce ulteriori benefici finanziari a chi già percepisce la pensione ai superstiti. Al pari di molti altre misure assistenziali, anche la pensione di reversibilità prevede la cumulabilità con altri sussidi. Si consideri ad esempio l’opportunità di richiedere il reddito di cittadinanza come ulteriore sostegno a situazioni di disagio finanziario. In alternativa, la Redazione ha anche indicato la procedura cui ricorrere per ottenere “Assegni INPS da 635 a 3.400 euro in più sulle pensioni di reversibilità a chi li richiede”. La richiesta di ulteriori sussidi economici è possibile solo nel caso in cui i redditi complessivi del richiedente non superino specifici limiti reddituali. Per cui conviene analizzare con quale reddito le pensioni di reversibilità INPS del 2021 non subiscono tagli e consentano di beneficiare di altre misure.

Con quale reddito le pensioni di reversibilità INPS del 2021 non subiscono tagli?

L’assegno mensile che raggiunge i superstiti dell’assicurato INPS diminuisce secondo percentuali variabili in relazione ai redditi di cui dispone il percettore. Il Decreto legislativo 335/1995 ha infatti statuito l’erogazione di importi inferiori in presenza di eventuali altri redditi di cui è titolare il superstite. Ne consegue che l’assegno pensionistico può ridursi del 25%, del 40% e addirittura del 50%. A partire dal 1° gennaio 2021 il limite reddituale da non superare per non perdere soldi sul rateo mensile corrisponde a 20.107, 62 euro su base annua. I margini di perdita del 25% interessano invece i redditi entro i 26.810,16 euro, quelli del 40% i redditi fino a 33.512,70 e del 50% oltre questi ultimi.

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