Politics: Stay tuned! Il conflitto Israele Iran aumenta il rischio geopolitico, il prezzo del brent stabilirà la sua portata. Al momento da 60 a 75 usd / barile: risk off. Si sprecano le opinioni, le forze in campo mi sembrano impari a favore del duo israele / usa. D’altra parte, sono stato sempre dell’avviso che Netanyahu, inviso dalla maggior parte stessa classe politica israeliana, per salvare la sua poltrona e non solo – dato qualche serio processo penale pendente – avrebbe dovuto proseguire il “lavoro sporco” non solo contro Hamas ma arrivare fino all’ Iran: ci siamo.
Macro Usa: getting better in un contesto fluido.
La problematica del debito usa / dazi, con il recente dato cpi better than e sostanziali progressi nel negoziato dazi cina/usa, ha indotto una de escalation risk del bond vigilantes, con tassi in ritirata dai max , 3.90/4.4/4.90 , rispettivamente, per 2/10/30 yrs , con aste well received. Le opinioni di Dimon / Dalio circa una imminente crisi del debito Usa sono al momento per il bond vigilantes tail risk. Ciò in un contesto in cui la recessione Usa sembra avere bassi odds .
Presumo che l’eventuale one off di rialzo inflazione in Usa dei prossimi 2 /3 mesi da dazi si riveli la montagna che partorisce il topolino; a meno di un prezzo del brent che per il conflitto Israele / Iran non parta per la tangente; peraltro, i Sauditi sarebbero pronti a incrementare ancora di più la produzione di barili to offset.
Lo usd prosegue la sua fase di progressiva svalutazione verso le principali valute, trend che potrebbe accentuarsi col tempo grazie ad un’espansione di base monetaria, mezzo stop qt residuo Fed, modifiche al slr, genius act, ribasso tassi Fed into year end; tassi che potrebbero tendere verso il livello di neutralità con bull steepning della curva e sostanziale beneficio della spesa per interessi Usa, vero tallone d’Achille del deficit di bilancio.
Micro/world: stockpicking must go on.
I titoli della difesa in Europa, dopo le recenti correzioni, potrebbero riprendere la risalita, complice anche l’aumento del rischio geopolitico; Leonardo, per esempio, la stessa Daimler Truck in Germania, tra quelli che potrebbero avere pezzi d’azienda in riconversione verso il settore armamenti. Qualche titolo del lusso, quale kering, mi sembra cheap, nonostante Gucci. Stm sembra aver cambiato faccia, in una sorta di bottoming rialzista. Resterei overweight alibaba in Cina.
In Usa sovrappeserei la “ever green” taiwan semi, alphabet a 16 di p/e non mi dispiace, ma soprattutto Nvidia sia perché il possibile accordo terre rare in cambio di chip tra cina e usa la favorirebbe , sia perché il contesto di passaggio da ai training ad ai inference accresce le sue potenzialità; certo 30 di p/e mi infastidisce, ma si sa come gira nel comparto tech, dove vince il peg momentum. Il riavvicinamento Trump / Musk potrebbe favorire Tesla, sui cui fondamentali I do skip, grazie al catalyst di breve robotaxi/ auto autonoma.
Safe bet in Europa la “ever green” Intesa, sia perché cheap, col suo rote al 17.5% contro un expect cost of equity (e) del 7% a 1.5 il te , sia perché protetta nei drawdown di mercato dai lauti dividendi / buy back in corso. Al momento essere fuori dal risiko, come Intesa, è peraltro meglio, dato che lo stesso si sta trasformando in “big mess” .
Per finire, dopo una salutare correzione, la telecom italia non mi dispiace, grazie a possibili sinergie con poste It e opzioni di m&a in un settore che in europa tende al consolidamento, ovvero miglioramento di pricing power.
Ce n’è per tutti i gusti
Vorrei solo finire evidenziando che la svalutazione dello usd, che verso euro ytd si avvicina all’ 11% , tenderà a favorire in primis quei titoli tech Usa con ricavi rilevanti outside Usa, e non solo, viceversa a penalizzare quelle aziende europee con rilevanti ricavi verso Usa. Bisogna cominciare a prenderne atto, certo on fundamental basis l’europa resta più cheap; ma sulla base dei miei 4 pianeti allineati per un buy “sicuro” – positioning / catalyst/ earning momentum / fondamentali, il positioning ed earning momentum potrebbero spostarsi a favore degli usa.
In altri termini, non penso che da qui a fine anno gli Usa continueranno a sottoperformare gli altri principali mercati azionari, anzi non escluderei qualche “contropiede”, per usare una metafora calcistica, a favore dell’ equity Usa, se Joe dovesse diminuire i tassi oltre le aspettative, non tanto per il deterioramento del gdp growth quanto per l’inflazione che si avvicini al target Fed; lo shelter metrics laggard nel cpi potrebbe aiutare.
Operativamente in termini di asset allocation, vista la risalita del rischio geopolitico, aumenterei l’hedging di portafoglio per i risk asset; d’altra parte la stessa analisi tecnica da DeMark segnala da qualche settimana per equity mkt usa e europe to stay sideline, ovvero dont chase the bull.
Keep short usd contro eur, perché il trend potrebbe avere una ulteriore leg favorita into year end da una riduzione del differenziale tassi con quelli usa previsti scendere di più; in tale evenienza, gli swap di copertura del rischio cambio usd aumenterebbero, diventando meno onerosi.
Stay long con future a leva sul tratto a breve di curva usa.
Bwe