Rendimenti sicuri, non alti ma giusti, con un bonus per chi mantiene l’investimento fino al termine dei sette anni previsti. BTP Italia maggio 2025 è la cartina tornasole delle attuali performance dei conti pubblici italiani, saldamente in mano al rigorista Giorgetti. La linea del leghista è semplice quanto essenziale sin dall’insediamento del governo Meloni a ottobre 2022: pochi rischi, barra dritta e spese contingentate. E i risultati non sono tardati ad arrivare: lo spread è sceso sotto i 100 punti, come non avveniva dai tempi di Draghi; le agenzie di rating hanno aumentato le prospettive di crescita e il giudizio sui conti pubblici; disoccupazione e occupazione sono scese e salite a livelli che non si vedevano da decenni. Insomma, tutto bene. O quasi. Perché per gli investitori, scommettere sull’Italia oggi è facile, ma è redditizio?
Come sta andando il nuovo BTP Italia
Il BTP Italia maggio 2025 è stato concepito come uno strumento di investimento rivolto al grande pubblico, non solo quello degli investitori regolari e professionisti. Nonostante ciò, l’investimento medio sui quasi 64 mila compratori è stato di 33.540 euro, il 31% in più rispetto all’emissione di marzo 2023, con un ticket medio di poco superiore a 25 mila euro.
Spesa media più alta che, tuttavia, fa rima con un impegno complessivo più basso rispetto a due anni fa: 5,3 miliardi raccolti in 2 giorni contro l’emissione 2023, che aveva chiuso il secondo giorno a 6,6 miliardi con una cedola fissa al 2%, contro l’1,85% attuale. Il terzo e ultimo giorno di collocamento si è avviato alla chiusura con una raccolta di poco superiore a 1 miliardo di euro.
Rendimenti bassi, ma a chi servono?
La scadenza dei BTP Italia maggio 2025, fissata al 4 giugno 2025, permetterà di ricevere interessi sotto forma di cedole semestrali allo 0,925%, con rivalutazione al netto dell’inflazione, più il premio fedeltà dell’1% se viene detenuto per tutti e 7 gli anni. Complessivamente, il rendimento annuo, tenuto conto della tassazione agevolata al 12,5% (contro il 26% degli investimenti tipici), è pari al 3,225%.
In pratica, un investimento di 10.000 euro rende, al termine del 7° anno:
- 2.254 euro di interesse
- 122,54 euro di premio fedeltà
Per un totale di 12.376 euro, a cui va sottratto il 12,5% di tassazione, per un totale di 11.139 euro. Praticamente, mantenere il denaro per 7 anni investito sui Buoni del tesoro poliennali porta a un guadagno di poco superiore ai 1100 euro. In termine di paragone, sono rendimenti estremamente simili a quelli che i conti vincolati (e non) delle principali banche mettono a disposizione dei clienti oggi. Come nel caso del Conto Corrente Arancio Più di ING, al 4% lordo per 12 mesi.
A chi si rivolgono dunque i BTP Italia e gli altri strumenti di investimento emessi dallo Stato? Principalmente a investitori con bassa intenzione di rischio, che hanno interesse a mantenere le somme protette, anche a costo di ottenerne un guadagno minimo che, come abbiamo visto, sul periodo totale è praticamente inferiore al 2%. Una sorta di salvadanaio a lunga scadenza, ma dove i soldi non aumentano che di poco, anzi pochissimo.
Le alternative possibili ai BTP Italia maggio 2025
Premettendo che strumenti speculativi sono sottoposti a percentuali di rischio progressivamente maggiori, è però possibile orientarsi verso delle proposte di investimento che garantiscono dei rendimenti vicini o superiori al 4% netto. Tra gli strumenti possibili troviamo:
- obbligazioni corporate, che sono strumenti di finanziamento delle aziende, con investimenti fino a 25 anni (maturazione al 2049-2050) e cedole che possono arrivare fino al 9,75% (come nel caso di Limak Cimento Sanayi, Turchia);
- fondi comuni di investimento ed ETF, ovvero investimenti su fondi o panieri specifici che simulano l’andamento degli indici azionari, diversificando il panel e allo stesso tempo riducendo la percentuale di rischio derivante dal “mettere tutte le uova in un paniere”;
- conti deposito, ovvero specifici conti bancari con capitale e rendimento protetto, che sono tuttavia legati a periodi di permanenza e vincoli stringenti. In questo caso, il recesso o lo svincolo anticipato possono portare a una sostanziale riduzione del capitale maturato.