Ancora una volta le possibili mosse della Fed condizionano il cambio euro dollaro

euro dollaro

Dopo avere realizzato un pattern grafico che l’euro non vedeva contro il dollaro da tredici anni, la moneta unica europea si è presa una pausa di riflessione. Tuttavia, rimane valido lo scenario che vede l’euro forte contro il dollaro.

Ma come si spiega la ritrovata forza dell’euro, o la debolezza del dollaro?

L’euro si sta rafforzando contro il dollaro in seguito ai segnali di rallentamento dell’inflazione statunitense e alla convinzione degli analisti di mercato che la Federal Reserve rallenterà il suo ciclo di rialzi. Questo possibile scenario consente agli investitori di valutare con maggiore fiducia il picco dei tassi di interesse. Quindi, ancora una volta le possibili mosse della Fed condizionano il cambio euro dollaro.

Questo scenario è confermato dal fatto che i tassi di interesse statunitensi potrebbero raggiungere il loro massimo nel 2023, quando le pressioni inflazionistiche inizieranno a diminuire.

Uno dei falchi della Fed, il governatore Christopher Waller, ha dichiarato di essere “più a suo agio” con l’idea di rallentare il ritmo dei rialzi dei tassi. Tuttavia, ha detto che una mossa di 25 punti base a dicembre sembra ora appropriata. Il rallentamento, quindi, suggerisce che nel 2023 la Fed terminerà il suo ciclo di rialzi, cosa che i mercati stanno anticipando vendendo il dollaro.

Tuttavia, uno stop immediato ai rialzi dei tassi all’inizio del 2023 è ancora improbabile, dato che i dati in arrivo non segnalano ancora un’economia che sta rallentando abbastanza velocemente da convincere la Fed che il suo lavoro è finito. La Fed, quindi, potrebbe rallentare il suo ciclo di rialzi, ma estenderne la durata, con una serie di rialzi dei tassi di 25 pb nei prossimi mesi che potrebbero ancora offrire sostegno al dollaro.

Ancora una volta le possibili mosse della Fed condizionano il cambio euro dollaro. Quali indicazioni arrivano dall’analisi grafica?

Il 18 novembre la chiusura del cambio euro dollaro (FXEURUSD) è stata a 1,0324, in ribasso dello 0,36% rispetto alla seduta precedente. La settimana, invece, si è conclusa con un ribasso dello 0,20%.

Dal punto di vista grafico, sia sul settimanale che sul giornaliero, è evidente la frenata dell’euro contro il dollaro nel corso dell’ultima settimana.

Di particolare interesse, da monitorare quindi con molta attenzione, è area 1,037. La rottura di questo livello, prima a livello giornaliero e successivamente a livello settimanale, potrebbe portare a un’accelerazione rialzista con obiettivo in area 1,1.

Il mancato break rialzista, invece, potrebbe portare a un ritracciamento. Fino a quando questo si manterrà sopra la parità potrebbe non portare a violenti affondi ribassisti.

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