Regno Unito e Unione Europea tornano amici: la Brexit è già finita?

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È un giorno storico quello che vede il primo ministro Keir Starmer accordarsi con Ursula von Der Leyen su un effettivo riavvicinamento, scommettendo su agevolazioni reciproche. Sullo sfondo, i meccanismi innescati dalle politiche commerciali di Donald Trump. “Tutto il male non viene per nuocere”, sembrerebbe lo slogan di questo nuovo partenariato, anche se non mancano polemiche da parte dei Conservatori e del Partito Riformista del Regno Unito. Ma andiamo con ordine: ecco gli ultimi eventi e le prospettive future.

Regno Unito e Unione Europea, è l’inizio di un fruttuoso idillio?

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I primi accordi tra Bruxelles e il Regno Unito riguardano l’accesso (reciproco) alle acque e zone di pesca, con una durata per il momento stabilita fino al 30 giugno del 2038. Altre intese sono state raggiunte sul comparto energia e su una possibile partecipazione anche per quanto riguarda il Piano per la Difesa UE da 150 miliardi.

Ciò che emerge dalle prime dichiarazioni rilasciate ai Media è anche (e forse soprattutto) un occhio di riguardo per il lavoro e per le possibilità di impiego giovanile. Da alcune indiscrezioni risulta che la volontà sia quella di agevolare l’interscambio di giovani, con un programma che consentirebbe minori blocchi per coloro che vogliono lavorare, studiare o viaggiare da e per i Paesi UE. C’è anche l’ipotesi che il Regno Unito possa aderire a Erasmus+, “bandito” come sappiamo dal 2020 quando lasciò l’Unione.

Secondo Mujtaba Rahman (amministratore delegato per l’Europa di Eurasia Group), tutto nascerebbe in risposta all’isolazionismo di Trump e dunque dalla necessità di un ripristino dei legami precedentemente spezzati. Rahman avrebbe inoltre dichiarato che gli accordi potrebbero includere la partecipazione del Regno Unito alla nuova “industria della Difesa”, nonché “una maggiore cooperazione in materia di politica energetica e di tasse sul carbonio alle frontiere“.

Starmer sempre meno popolare, c’è chi ancora vuole la Brexit

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Le notizie su questi nuovi accordi, e di prospettive future sulla stessa linea, non sono però state accolte entusiasticamente da tutte le parti politiche.

Da un recente sondaggio promosso da YouGov i cui risultati sono stati pubblicati pochi giorni fa, la popolarità di Starmer sta scendendo pericolosamente, e segna già un -23%. Numerosi inglesi intervistati avrebbero dichiarato di preferire le politiche di Farage, sostenitore come sappiamo della Brexit. Nel Regno Unito c’è ampia polemica sugli accordi raggiunti, e accuse pesantissime ai danni del Partito Laburista. In sostanza, i pescatori temono di perdere la loro fetta di mercato, e hanno accusato il Primo Ministro di aver “svenduto l’industria ittica del Paese per meri scopi commerciali” ma soprattutto per “smantellare la Brexit” e tornare “sotto il controllo dell’UE”. Non solo i pescatori, però, stanno criticando le attuali mosse di Starner; i sostenitori della Brexit si sentono traditi e temono ampie ripercussioni economiche.

Sebbene il leader britannico abbia più volte rassicurato su un non-ritorno al mercato unico o alla completa libertà di spostamento tra Regno Unito e UE, in molti si stanno chiedendo per quanto riuscirà a mantenere il controllo.