Quali sono i pro e i contro del conto deposito e del conto corrente e quando averli assieme?

Quali sono i pro e i contro del conto deposito e del conto corrente-Foto da imagoeconomica

Tra gli strumenti di gestione del risparmio, conto corrente (c/c) e conto deposito (CD) sono tra i prodotti più diffusi tra i risparmiatori. Facilità di utilizzo e di sottoscrizione, oltre alla garanzia (parziale) del capitale ivi presente, ne agevolano la diffusione. Tuttavia, quali sono i pro e i contro del conto deposito e del conto corrente e quando averli assieme?

Vediamo con ordine i punti di comunanza e divergenza di questi due conti bancari.

Strumento di pagamento e strumento di investimento

Il c/c è un formidabile strumento di pagamento per gestire i flussi di denaro in entrata e in uscita e lo si identifica con le coordinate IBAN. Pensiamo all’accredito stipendio o pensione, prelievi e versamenti, incassi e pagamenti di mutui o affitti, domiciliazione utenze, acquisti online, etc. Serve anche per appoggiare prodotti di investimento come azioni e BTP. Tuttavia, non è uno strumento di investimento.

Quest’ultima funzione l’assolve il CD, un deposito a risparmio con una operatività funzionale limitata quasi al solo prelievo e versamento. In compenso permette al titolare di depositare la liquidità e maturare degli interessi. Essi sono più alti per i conti a vincolo rispetto a quelli liberi, e crescono in funzione del periodo di deposito.

È più sicuro il conto corrente o il conto deposito?

I due prodotti possono appartenere alla stessa banca o a due emittenti differenti. L’appartenenza a un’unica casa può agevolare i tempi di travaso dall’una all’altra soluzione e viceversa.

Quanto alle spese di gestione, di norma sono assenti sul CD, mentre il c/c spesso prevede un canone mensile. Le spese fiscali incombono invece su entrambi gli strumenti. Quanto alla sicurezza, infine, CD e c/c sono garantiti dal FITD fino a 100mila €.

Quali sono i pro e i contro del conto deposito e del conto corrente e quando averli assieme?

Entrambi gli strumenti rientrano tra quelli di liquidità e monetari, ma il CD vincolato di medio-lungo termine pone qualche problema sul tema. Il conto può rendere anche il 5% annuo ma se non è svincolabile si fatica a definirlo ‘strumento liquido’.

In generale questi prodotti si integrano bene perché assolvono a funzioni differenti. Il CD può andare bene, per esempio, per il parcheggio della liquidità nel breve o medio termine e quando la propensione al rischio è quasi nulla. Tuttavia, mai cedere alla tentazione dell’all-in, cioè di depositare l’intera liquidità sul conto e diversificare.

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