Fare smart working all’estero. Le soluzioni più interessanti  

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C’è chi sta per “festeggiare” un anno di smart working da quando l’Italia, per prima, a marzo 2020, ha conosciuto il Covid e il lockdown. Se da un lato il lavoro agile può rappresentare un’opportunità, anche per quanti cercano un’occupazione nella crisi, dall’altro le quattro mura domestiche possono diventare alienanti. Allora perché non immaginare di poter fare smart working all’estero, sentendosi anche un po’ turista? Col Pc magari sotto un bungalow, davanti al mare turchese, piuttosto che in salotto o nello studio di casa.

Dove fare “workation” nel mondo

Visto che per lo smart working basta avere un Pc e una connessione Internet, la “workation” promette di diventare la tendenza del 2021. Si tratta di un neologismo che unisce la parola lavoro (work) a vacanza (vacation). Alcuni paesi si sono attrezzati con proposte ad hoc, anche per attutire il crollo del turismo. L’Islanda, per esempio, ha ideato il progetto “Working in Iceland” con cui concede il permesso di soggiorno fino a sei mesi, anche ai familiari. Bisogna però avere uno stipendio mensile di almeno 6.000 euro e un’assicurazione sanitaria integrativa. Altra opzione, più calda, è Dubai. La città degli Emirati Arabi Uniti dà la possibilità di fare smart working all’estero con un visto che dura fino a un anno. Ma anche in questo caso bisogna guadagnare minimo 5.000 euro al mese e avere un’assicurazione sanitaria.

Lo smart working esotico

Chi pensa a mete più esotiche e alle palme da cocco, non ha che l’imbarazzo della scelta per fare smart working all’estero. Anche in questo caso, però, la discriminante è il reddito. Nei Caraibi, le Isole Cayman hanno pensato al programma “Global Citizen Concierge” per chi guadagna almeno 100.000 dollari l’anno, se si trasferisce da solo. Il limite sale a 150.000 dollari se si è in coppia e 180.000 se con famiglia. Ad Antigua e Barbuta, invece, basta un reddito annuo di almeno 50.000 dollari.

Il “New Nomad Digital Residence Program” dà la possibilità di un visto fino a 2 anni al costo di 1.500 dollari per un single, 2.000 per la coppia e 3.000 per la famiglia. Stessa cosa a Barbados, dove il “Barbados Welcome Stamp” dà diritto a un visto di un anno pagando una tassa di 2.000 dollari che diventano 3.000 per una famiglia. “One Happy Workation” è invece il nome del programma di Aruba. Qui non serve il visto e si soggiorna in un appartamento a tariffe vantaggiose, con wi-fi veloce e altre comodità. A differenza degli altri paesi, però, si può stare solo tre mesi.

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