Tramite l’intervento di bypass, si eliminano le ostruzioni della circolazione del sangue, grazie all’innesto di un segmento di vaso sanguigno. Il paziente che presenta gravi irregolarità del battito cardiaco, invece, necessita di un pacemaker, ossia di uno stimolatore artificiale che interviene sulla frequenza. Anche quando il cuore batte troppo lentamente (determinando bradicardia), ad esempio, bisogna impiantare un pacemaker, che regolamenti la frequenza cardiaca. Tra le patologie che danno diritto all’erogazione della pensione d’invalidità, rientra anche l’installazione del bypass coronarico e del pacemaker? Il dubbio è lecito, visto che, questi disturbi possono costituire un ostacolo allo svolgimento delle attività quotidiane.
I portatori di pacemaker e bypass hanno diritto alla pensione di invalidità? Ecco la verità
Le malattie dell’apparato cardiocircolatorio possono mettere gravemente a rischio la salute del paziente; per tale motivo, nei casi più gravi viene riconosciuta una determinata percentuale d’invalidità, in base della quale, poi, si può accedere ai vari trattamenti assistenziali erogati dall’INPS.
In base al Decreto del Ministero della Sanità del 5 febbraio 1992, le cardiopatie che richiedono l’applicazione di pacemaker a frequenza fissa o i bypass rientrano fra le patologie invalidanti. Questa circostanza, però, non fa scattare in automatico il diritto alla pensione d’invalidità civile (che per il 2025 ammonta a 336 euro al mese), perché per poter ricevere il beneficio economico è obbligatorio il possesso di determinati requisiti. Nel dettaglio:
- età compresa tra i 18 e i 67 anni;
- percentuale di invalidità civile riconosciuta dall’apposita Commissione Medica compresa tra il 74% e il 99%;
- cittadinanza italiana, europea o extracomunitaria (con regolare permesso di soggiorno di lungo periodo);
- reddito annuo non superiore a 5.771,35 euro;
- essere in stato di disoccupazione;
- mancata titolarità di trattamenti incompatibili con la pensione d’invalidità civile (ad esempio, qualsiasi pensione diretta di invalidità).
Il paziente cardiopatico con applicazione di pacemaker a frequenza variabile può ottenere il riconoscimento di un’invalidità che oscilla fra il 31% e il 40%. Ancora più basso è il grado di invalidità che l’INPS riconosce al soggetto che presenta cardiopatie con applicazione di pacemaker a frequenza variabile; in tal caso, infatti, la percentuale va da un minimo del 21% ad un massimo del 30%. Ne consegue che chi ha subito un intervento di bypass o di pacemaker non può automaticamente ricevere la pensione di invalidità (per cui è richiesta un’invalidità di almeno il 74%).
Quali sono le patologie cardiache che consentono di ottenere la pensione di invalidità civile?
La pensione riservata agli invalidi civili parziali può essere riconosciuta in presenza delle seguenti malattie cardiocircolatorie:
- trapianto cardiaco in assenza di complicanze;
- coronaropatia grave o gravissima;
- miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca grave o gravissima;
- stenosi o coartazione aortica congenita serrata;
- stenosi congenita della polmonare grave;
- aritmie gravi per le quali non può essere applicato il pacemaker.
Per tali patologie, la percentuale di invalidità riconosciuta può esseredel 74%o superiore. Ovviamente, anche chi non ne è affetto potrebbe ugualmente ottenere il riconoscimento dell’agevolazione, nel caso in cui le condizioni di salute del paziente siano valutate come gravi. Di conseguenza, anche con altre malattie che investono l’apparato cardiocircolatorio è possibile ottenere il riconoscimento di un’invalidità civile pari o superiore al 74% e, di conseguenza, della relativa prestazione economica.