Bruxelles ha bisogno di soldi per finanziare (anche) il riarmo? Beh, ha già trovato il modo di rastrellarli: saranno addebitati nelle bollette del gas e sui carburanti. La Carbon Tax è una misura già approvata nel 2023, e presto potrebbe essere messa a regime. Significa, in sostanza, un molto probabile aumento del costo del gas domestico del 41%, ed è già allarme.
Cos’è la Carbon Tax e quando entrerà in vigore
Non bastano guerre e incertezze geopolitiche a pesare sulle tasche di cittadini e imprese: a breve potremmo trovarci di fronte a una crisi energetica mai vista prima. La colpa? L’introduzione della Carbon Tax. Questa tassa non è un’invenzione dell’ultim’ora, anzi: è stata già concepita e approvata circa un paio di anni fa, nel pieno dell’attuazione del green deal e ancora prima che scoppiasse la guerra tra Iran e Israele.
Lo scopo di questa tassa sul carbonio (ETS) inizialmente era quello di destinare gli introiti allo sviluppo di infrastrutture energetiche sostenibili e altri progetti inerenti la decarbonizzazione; sarebbe dovuta entrare in vigore dal 2027 e già si stimava un guadagno di oltre 700 milioni di euro entro il 2035. La tassa non andrebbe a colpire i cittadini direttamente ma indirettamente; infatti la devono pagare le aziende che inquinano, dunque i fornitori di energia e i produttori di carburanti ma anche tutte quelle che immettono molta Co2 durante i processi industriali. E com’è facilmente intuibile, se l’azienda deve pagare più tasse andrà a spalmare i costi aumentando il prezzo finale dei beni/servizi che offre.
Si è già levato un grido d’allarme quasi unanime da parte dei Paesi Ue, e l’Italia è sul piede di guerra perché come sappiamo si tratta del Paese dove i costi di carburanti ed energia sono insostenibili. A confermare la preoccupazione circa gli effetti dell’attuazione della Carbon Tax, tra gli altri, anche il calcolo effettuato da Bloomberg: “l’elevata domanda spingerà i prezzi del carbonio fino a 149 euro a tonnellata di CO2 nel 2030, e quindi le bollette del riscaldamento domestico potrebbero aumentare fino al 41%“.
La doppia beffa: i cittadini pagano la Carbon Tax mentre la “difesa” può costruire mezzi e armi altamente inquinanti
Come detto, inizialmente la Carbon Tax avrebbe dovuto finanziare progetti per la transizione verde, dunque poteva esserci un senso dietro alla misura. Sebbene come al solito l’indipendenza dalle fonti di energia non rinnovabile l’avrebbero pagata comunque cittadini e imprese. Ma oggi arriva un doppio schiaffo al portafogli di famiglie e aziende, perché la Commissione Ue sta valutando di utilizzare parte degli introiti (ripetiamo, si parla di circa 700 milioni di euro), per finanziare il Bilancio Ue e i deficit che immancabilmente si innescheranno con l’aumento della spesa per la difesa e il riarmo.
In sostanza: le famiglie e le imprese pagano per l’inquinamento che producono o che contribuiscono a produrre. Le aziende che da qui in avanti produrranno armi, proiettili, droni e strumenti di difesa/offesa saranno esenti dalle tasse. E comunque, anche se pagassero, non aiuterebbero di certo il pianeta, visto che armamenti & co. sono altamente inquinanti. A breve, dunque, se Bruxelles deciderà di andare avanti con questa linea politica, tutti i Paesi Ue potrebbero davvero arrivare al culmine delle difficoltà energetiche, con serie conseguenze sul benessere economico e sociale dei propri cittadini.