Washington e la FED si trovano  su binari opposti. Inflazione fredda, FED calda

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Importantissima, soprattutto, in questa fase di cambiamento della politica monetaria è l’osservazione continua delle dinamiche dei prezzi.

Oggi sono usciti negli USA i prezzi alla produzione in linea o sotto le attese.

Indice dei principali prezzi di produzione (Mensile) (Set) 0,2% 0,2% -0,1%
Indice dei principali prezzi di produzione (Annuale) (Set) 2,5% 2,5% 2,3%
IPP (Annuale) (Set) 2,6% 2,8% 2,8%
IPP (Mensile) (Set) 0,2% 0,2% -0,1%

 

Notizie dunque non ottimali per Powell che necessiterebbe di conforto dai dati macro-economici per giustificare sia il rialzo dei tassi già effettuato sia  quelli programmati.

Manovre monetarie che sappiamo essere risultate assolutamente indigeste alla Casa Bianca.

A memoria era tempo che Washington e la FED non si trovavano  su binari opposti. Da qui però a pensare che la Banca centrale abbia agito per unirsi al coro di coloro che hanno disdegnato la scelta popolare di un presidente sui generis ce ne corre.
Certo dati sui prezzi un po’ più caldi avrebbero ringalluzzito di più il neo presidente Powell ma ugualmente anche con l’inflazione ferma il rialzo dei tassi in una congiuntura così favorevole ci stava e ci starà eccome.

Poco male se ora a scaldarsi sarà la temperatura delle poltrona di Powell stesso.
Trump non è nuovo a rimozioni e “cambi di personale” e se anche i prossimi dati in uscita dovessero dargli forza non ci stupiremmo che, forte dei suoi grandi poteri, prendesse iniziative che scalderanno ancora di più i rapporti tra Presidenza e FED fino ad arrivare alla rottura del rapporto e alla rimozione.
Viceversa, come auspicabile, la prosecuzione del ciclo economico con prezzi anche solo in leggero aumento, a prescindere da qualche scivolone di borsa sempre possibile, garantirà al board della banca centrale americana di poter proseguire nella propria linea.

Domani parlerà un membro  importante  della FED , ogni dichiarazione in grado di chiarire, finalmente senza reticenze, le reali intenzioni di politica monetaria della banca centrale avrà effetti significativi.
Non ci aspettiamo grosse sorprese anche se eventuali toni duri sul prosieguo delle restrizioni in significativo contrasto con l’approccio morbido sin qui adottato potrebbero certamente innervosire gli operatori di borsa. Questo sì!.

Dando un occhio ai mercati l’influenza di queste pubblicazioni pare in grado di incidere poco sui prezzi con un ‘unica eccezione: l’oro!
Ai cultori del metallo giallo un po’ di sana e perché no virulenta inflazione avrebbe fatto molto comodo per uscire da questa lunga fase laterale al rialzo. Dati così morbidi invece, aumentano le probabilità che i prezzi dell’oro possano scivolare ulteriormente salvo il caso di crash di borsa, unico elemento attrattivo verso l’oro in alternativa all’inflazione.

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