Chiunque creda che Warren Buffett sia infallibile, sbaglia. Anche lui, purtroppo, ha commesso un grande errore.
La storia di Buffett
Warren Buffett, CEO della Berkshire Hathaway è senza dubbio il più grande investitore attualmente in vita. La prova sia la storia della sua vita: partendo da un capitale di circa $ 10.000 negli anni 50, l’oracolo di Omaha, come è soprannominato ormai da tempo, è arrivato a $ 80 miliardi. Almeno questa è la cifra registrata alla fine della scorsa settimana. Il suo colpo di genio? Investire, per la precisione rilevare, una società tessile sull’orlo del fallimento, e renderla una holding con un portafoglio tra i più forti e diversificati al mondo. Ovviamente tutto questo è arrivato grazie ad una strategia precisa.
La strategia
Il segreto del successo di Buffett è sempre stata la semplicità. Cosa significa questo? Secondo la teoria di Buffett, quando si investe è meglio concentrarsi su pochi settori di mercato, con una forte attenzione verso quelle imprese che offrono chiari vantaggi competitivi. Vantaggi competitivi che possono essere di tutti i tipi: un brand facilmente riconoscibile, un servizio per il consumatore, una strategia di fidelizzazione, alte barriere all’entrata per la concorrenza, una posizione da leader incontrastato nel proprio settore.
Il portafoglio
Risultato: la Berkshire Hathaway ha un portafoglio il cui valore supera i $ 201 miliardi e, su base aggregata, il valore contabile della holding è aumentato di 1.091.899% tra il 31 dicembre 1964 e il 31 dicembre 2018.
Tutto perfetto dunque? Non proprio. Nel lontano 1966, Buffett allora 36enne incontrò ad Anaheim, in California un visionario disegnatore che già allora era famosissimo e che guardava ad un progetto interessantissimo: parchi giochi a tema. Affascinato dall’idea, Buffett e i suoi allora partner acquistarono una quota del 5% dell’azienda.
Il più grande errore di Buffett
Quell’azienda era la Disney (DIS) e il visionario disegnatore altri non era che il grande Walt, autore del celeberrimo Topolino. L’errore di Buffett? Vendere le sue partecipazioni nel 1967 riuscendo ad ottenere un profitto di $ 2 milioni. Ottimo risultato, allora, ma che non è nulla in confronto a quello che avrebbe in mano oggi se avesse deciso di mantenere in portafoglio la sua quota della Disney. Facendo un breve calcolo, infatti, quel 5% che allora gli fruttò 2 milioni di dollari, oggi varrebbe $ 11,86 miliardi di capitalizzazione di mercato escludendo quegli $ 1,1 miliardi di proventi da dividendi.
La vendita
Ma se errare è umano, perseverare è diabolico. Nel 1995, la Disney annunciò l’acquisizione di Capital Cities/ABC, una parte della quale era in mano a Berkshire Hathaway. Alla fine dell’accordo la società di Buffett si trovò in mano nuovamente 21 milioni di azioni Disney. Indovinate? Buffett vendette anche in quel caso, ricavando $ 400 milioni da quelle azioni che, invece, oggi varrebbero $ 2,76 miliardi, il tutto escludendo un reddito da dividendi di quasi $ 300 milioni.
Approfondimento
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