Tira aria pesante a Wall Street nonostante i recenti passi avanti nelle relazioni con la Cina.
I futures
Alle 13.30 i futures su tutti e tre gli indici maggiori registravano un pesante ribasso. Il più ampio indice S&P 500 arrivava a perdere lo 0,9% così come anche il Dow Jones e il Nasdaq che invece faceva anche peggio con -1%.
La chiusura di ieri
Una conferma di quanto, volendo, si poteva intravedere già ieri quando la piazza azionaria americana vedeva chiudere in salita solo il Dow Jones a 0,29%, mentre l’S&P500 perdeva lo 0,02% e il Nasdaq Composite lo 0,39%.
Non aiutano le notizie secondo cui i procuratori federali Usa avrebbero aperto delle indagini su presunti capitali donati illecitamente dall’estero per l’organizzazione dell’inaugurazione del presidente Usa Donald Trump.
Macro Cina
Il colpo decisivo è però arrivato dalla Cina, ma questa volta non si tratta di guerra commerciale. A spaventare gli investitori sono i dati di novembre sulle vendite di auto. Il risultato vede un calo del 10% sul 2017 e una produzione industriale aumentata del 5,4% su base annua ma al di sotto del 6,5% comunicato a suo tempo da Pechino. In calo anche un pilastro dell’economia cinese, le vendite al dettaglio. La performance registrata (+8,1% sul 2017) è la peggiore da 15 anni.
Petrolio
Anche per questo motivo torna a scendere il petrolio. Alle 13.50 il Brent perdeva lo 0,8% con un saldo di poco meno di 61 dollari al barile (60,97 per la precisione), mente il Wti arrivava a -0,75% con una quotazione di 52,2 dollari al barile.
Uno sguardo al dollaro
Il cross euro/dollaro registra una debolezza che porta il rapporto tra le due monete a 1,129. Il tutto mentre da Bank of America avvisano che il biglietto verde potrebbe essere vulnerabile a possibili ribassi. All’orizzonte, infatti, si stanno disegnando nuovi scenari, in particolare sul fronte delle banche centrali. Nello specifico la Bce che proprio ieri ha confermato la chiusura delle misure di stimolo adottate per aiutare l’economia europea. Ma al suo fianco potrebbe porsi presto anche una Fed la quale, davanti ai segnali di incertezza dell’economia Usa, potrebbe decidere di rallentare le politiche di normalizzazione dei tassi di interesse. Ancora di più se si pensa alle recenti richieste, esplicite, del presidente Trump di non rialzare ulteriormente il costo del denaro.
Tra i dati macro Usa da segnalare, oggi saranno rese noti i dati sulle scorte alle imprese di ottobre, oltre ai numeri delle vendite al dettaglio, i dati PMI (manifatturiero e servizi) e la produzione industriale, tutti riferibili a novembre.
Tendenza e segnali per i mercati di Wall Street
Fra ieri e oggi attendiamo conferme per capire se Wall Street potrebbe cercare un rimbalzo in quest ultimo scorcio dell’anno o chiudere sui minimi.
La nostra attenzione è posta sulle prossime due date di setup: 14 e 24 dicembre e sui valori di inversione giornalieri.
Al momento il trend giornaliero, settimanale, mensile è ribassista e finchè non assisteremo ad inversioni almeno giornaliere, si proiettano come segue obiettivi per/entro il mese in corso:
Dow Jones verso 23.700/23.500
Nasdaq C. verso 6.830/6.610
S&P 500 verso 2.550/2,465.
Frattale previsionale su scala settimanale per i mercati americani
In rosso la proiezione dell’anno 2018 su scala settimanale per i mercati americani
In blu il grafico reale alla chiusura del 7 dicembre
strumento | tendenza | area di massimo | area di minimo | punto di inversione |
---|---|---|---|---|
Dow Jones | Ribasso | 25.000/24.455 | 23.256/23.610 | 26.000 |
Nasdaq C. | Ribasso | 7.080/7.215 | 6.599/6.700 | 7.490 |
S&P 500 | Ribasso | 2.801/2.845 | 2.698/2.730 | 2.803 |
strumento | tendenza | area di massimo | area di minimo | punto di inversione |
---|---|---|---|---|
Dow Jones | Ribasso | – | – | 24.830 |
Nasdaq C. | Ribasso | – | – | 7.200 |
S&P 500 | Ribasso | – | – | 2.686 |
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