Wall Street fra economia e trimestrali

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Oggi Wall Street rimane chiusa per le festività riguardanti il Martin Luther King Day.

Il close di venerdì

La chiusura della settimana scorsa, intanto, ha visto il ritorno del segno più sui listini a stelle e strisce. Venerdì scorso infatti, il Dow Jones ha chiuso a +1,38% mentre l’S&P500 lo ha seguito poco dopo con un 1,32%. Sempre con il segno più, ma con un saldo più modesto, ha chiuso anche il Nasdaq Composite: 1,03%.

Ancora attenzione sull’economia Usa

In tutto questo il cambio EUR/USD arriva a 1.13695. Leggero calo, sebbene frazionale, sul petrolio. Qualche minuto prima delle 13 il Brent arrivava a 62,5 dollari al barile (-0,3%) e il Wti a 53,9 dollari al barile (-0,25%).

Ma nonostante la chiusura per la festività, l’economia Usa, tra shutdown, dazi, Corea del Nord e trimestrali, continua ad essere sotto i riflettori. Partiamo proprio da queste ultime.

Le trimestrali in arrivo a Wall Street

Alla prossima riapertura delle contrattazioni, ben 55 aziende quotate sull’S&P 500 renderanno pubblici i risultati economici degli ultimi mesi. La prima sarà Ibm già domani. Martedì sarà anche il giorno della verità per J&J e Halliburton. Successivamente, mercoledì, Ford, Comcast, United Technologies, Texas Instruments e P&G alzeranno il sipario sulle rispettive performance trimestrali. Intel, invece, ha un appuntamento fissato giovedì. Nello stesso giorno saranno pubblicati i resoconti trimestrali di American Airlines, Alaska Air Group, Southwest Airlines, Bristol-Myers Squibb e Starbucks. Chi invece guarda alle trimestrali di AbbVie, Colgate, DR Horton dovrà aspettare venerdì.

Shutdown ancora in piedi ed effetti su Wall Street

Ormai alla soglia del mese di vita. La parziale chiusura delle attività del governo e dei servizi pubblici continua. Così cme continua lo stop ai salari per 800mila persone costrette a restare a casa o, nel peggiore dei casi, a lavorare senza paga. Tutto questo nonostante il presidente Usa Donald Trump abbia fatto altre proposte per chiudere la questione. Sabato scorso, infatti, l’inquilino della Casa Bianca ha negoziato sui termini dell’accordo.

Le concessioni

Stando a quanto dichiarato, si è detto disposto a fare delle concessioni. La prima riguarda i permessi di soggiorno temporanei a 300mila persone. La seconda: un’estensione di altri tre anni di permessi di lavoro per 700mila immigrati irregolari.  In cambio, però, non cede sui 5,7 miliardi di dollari richiesti per la costruzione del Muro al confine con il Messico.

Risultato: altro no dei democratici. Come confermato anche dalla portavoce della Camera, Nancy Pelosi, si tratta di provvedimenti che erano già stati avanzati a suo tempo. E puntualmente rifiutati.
 

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