Wall Street da evitare per 3 motivi nel 2019

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Stare lontani da Wall Street?

2019 all’insegna di un calo dei rendimenti e di un aumento della volatilità. Parola di Morgan Stanley che consiglia di evitare il mercato statunitense preferendo invece lo scenario degli emergenti.

La conferma arriva dai numeri.

A fronte di un calo dell’indice MSCI Emerging Markets del 16% registrato quest’anno, le previsioni di Morgan Stanley parlano di un aumento dell’8% per la fine del 2019. A differenza di quanto si potrebbe pensare gli esperti della casa d’affari statunitense guardano all’economia a stelle e strisce come ad una forza che, se finora è stata trainante, non lo sarà più ancora a lungo. Anche in questo caso a parlare sono i numeri:

negli Usa è prevista una crescita per il 2018 in calo al 2,9% che diventerà 2,3% nel 2019 scendendo ulteriormente all’ 1,9% nel 2020.

Un andamento che potrebbe alleggerire le strategie di normalizzazione della Fed e, di conseguenza, anche il peso del dollaro sul mercato internazionale del debito. A tutto vantaggio, in primis, proprio dei mercati emergenti. Parallelamente, inoltre, si assisterà ad un 4,8% di crescita per il 2018 sul panorama degli emergenti, crescita che calerà molto poco nel 2019 arrivando a lambire il 4,7% anche se nel 2020 ritornerà al 4,8%.

Ma come sempre accade quando si ha a che fare con un settore così variegato come quello degli emergenti, in cui si ritrovano diverse realtà sociali ed economiche, la strategia che premia sempre è quella della selezione.

Ecco allora che Morgan Stanley premia realtà specifiche come Brasile, Tailandia, Indonesia, India, Perù e Polonia per le quali il rating è overweight, mentre per altre come Messico, Filippine, Colombia e Emirati Arabi è meglio limitare l’esposizione.

Un ritorno di fiamma per gli investitori che nel 2018 erano fuggiti in massa dagli emergenti, complici anche i 3 aumenti sui tassi di interesse operati dalla Federal Reserve, la banca centrale Usa che si sta preparando verosimilmente, per un altro intervento al rialzo a dicembre e altri 3 nel 2019.

Una strategia resa ancora più accattivante da un dollaro in fase di rafforzamento e da continui problemi di natura geopolitica che si sono visti in diverse nazioni come Turchia e Argentina. Per quanto riguarda la tipologia delle azioni, meglio preferire azioni value in settori come quello finanziario, dei materiali, energetici e utility mentre da evitare tecnologia, sanità e beni di consumo.

Tre i i venti contrari che soffieranno sull’economia mondiale e su Wall Street:

i rischi al ribasso per la crescita globale nel 2019, l’indebolimento della crescita potenziale degli utili societari e il cambio delle condizioni di credito e costo del lavoro sui mercati.

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