Vini italiani, una risorsa per il made in Italy

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Vini italiani una risorsa?

Quando si parla di made in Italy si pensa alla moda, alla Ferrari ad altri prodotti industriali di qualità, ai nostri sopraffini formaggi ed a prelibati cibi; ma come dimenticare il vini italiani.

Da sempre i vini italiani contendono ai vini francesi la supremazia qualitativa nel mondo.

E la lotta sui prezzi è lì a dimostralo.

Ormai le bottiglie pregiate e d’epoca francesi ed italiane sono un vero e proprio investimento.

L’impatto dei cambiamenti climatici

Di questi tempi per chi produce vino è inevitabile fare i conti coi cambiamenti climatici.

L’innalzamento delle temperature farà sì che, quest’anno in particolare, già dopo Ferragosto in diverse zone d’Italia si sarà pronti per la vendemmia.

La raccolta dell’uva da tradizione fissata tra settembre ed ottobre quest’anno sarà certamente anticipata.

In previsione si incrociano buone e cattive notizie.

Calo della produzione ma primi al mondo

Stando a Coldiretti si avrà un calo considerevole della produzione. Circa un 10% in meno rispetto al 2018.

Nonostante questo si prevede che l’Italia si posizioni al primo posto nel mondo come produzione complessiva.

Precedendo Francia e Spagna.

Export di vini italiani al record storico

E un’ altra grande e positiva notizia arriva dai dati sulle esportazioni che vedono l’export raggiungere il proprio record storico segnando un ulteriore +5.2% rispetto all’anno scorso.

Annata già eccezionale che portò nelle casse 6.2 miliardi di euro ovvero la prima voce in ambito di esportazioni agro-alimentari.

Chi sono i compratori principali? Al primo posto rimangono saldamente gli Stati Uniti, seguiti ora dalla Gran Bretagna che, alla faccia della BREXIT in corso, pare essersi innamorata dei nostri spumanti.

Meno produzione e più qualità

Nella sua stranezza climatica con un maggio pessimo e una estate caldissima questa tipologia di clima migliora la qualità del raccolto delle uve.

Si attende quindi una produzione minore ma di qualità assolutamente eccellente.

“Il settore vitivinicolo – secondo una nota di Confagricoltura – è di rilevante importanza per l’economia agricola e dell’industria alimentare in Italia: le aziende con vigneti sono 300mila…”

Poi i numeri proseguono importanti: “… una superficie coltivata ad uva da vino di 652mila ettari, di cui 50mila con cantine di vinificazione, per un fatturato complessivo di circa 10 miliardi di euro”!

Crescono anche i consumi interni

Fermo restando che è sempre buona cosa dosare il consumo di vino si nota come sempre migliore sia anche il dato dei consumi interni.

In Italia gli acquisti di vino sono arrivati alla soglia di 37,5 litri pro capite all’anno.

Di conseguenza la spesa delle famiglie è  cresciuta del +6,5% in valore nel primo trimestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 (dati forniti da Coldiretti su dati Ismea Nielsen).

Il vero rischio per i vini italiani è la contraffazione

Il vero rischio e pericolo per i vini italiani è il diffondersi ed il proliferare della contraffazione.

Soprattutto su internet si commercializzano etichette di presunto vino made in Italy ridicole per un italiano ma appetibili per uno straniero meno consapevole dell’acquisto.

Si va dal semisecco al consecco al Whitesecco e chi più ne ha più ne metta….! 

Necessaria la reazione del presidente della Coldiretti Ettore Prandini: “Occorre tutelare le esportazioni di fronte ai numerosi tentativi di banalizzazione delle produzioni nazionali. Oltre alla perdita economica, a preoccupare è soprattutto il danno di immagine”.

Speriamo che l’UE, sempre pronta a dare addosso all’Italia una volta tanto adotti qualche provvedimento utile a tutelare i nostri prodotti almeno in sede comunitaria.

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