Via al Green Pass sul lavoro tra dubbi e conti da pagare alla pandemia

Green Pass

Sono 2,5 milioni i lavoratori senza Green Pass per i quali si deve trovare una soluzione da qui al 15 ottobre, giorno in cui scatterà l’obbligo di esibirlo sul lavoro. Molti operano nei servizi urbani come i trasporti o la nettezza urbana di grandi città come Roma e Milano. Un milione sono badanti e colf a cui si aggiungono 150 mila braccianti agricoli. A migliaia esibiscono i certificati di vaccini non riconosciuti dall’Italia. Ecco i tanti dubbi in vista di questa scadenza, la Redazione Attualità di ProiezionidiBorsa ha raccolto gli ultimi aggiornamenti.

Il lasciapassare verde si ottiene solo dopo una vaccinazione anti-Covid

Via al Green Pass sul lavoro tra dubbi e conti da pagare alla pandemia. Il lasciapassare verde si ottiene solo dopo una vaccinazione anti-Covid. Mentre chi ha una storia di intolleranze o è in via di guarigione dalla malattia deve esibire un tampone. Per questi casi sono previsti tamponi gratuiti fino al 31 dicembre, giorno in cui scadrà lo stato di emergenza. Mentre per tutti gli altri ci sarà un costo calmierato con tamponi a 15 euro e 8 euro per i minorenni. Il tampone molecolare ha una validità di 72 ore, gli altri durano 48 ore.  A meno di altre novità, il controllo della validità di Green Pass e tamponi spetta ai datori di lavoro.

Uno stop ai certificati forse a gennaio

Nei prossimi giorni il presidente del consiglio Mario Draghi dovrebbe firmare un DPCM con le indicazioni sulle modalità, anche a proposito dei controlli da effettuare. Per i lavoratori senza Green Pass scatterà l’assenza ingiustificata e di conseguenza il blocco dello stipendio, ma non la sospensione. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa annuncia un decisivo allentamento sull’obbligo del certificato verde potrebbe arrivare con l’inizio del nuovo anno. La revisione delle regole si potrà fare solo se i dati sul Covid continueranno a migliorare. Intanto sono stati 1516 i positivi nelle ultime 24 ore e 34 le vittime, con un tasso di positività all’1,32%.

Via al Green Pass sul lavoro tra dubbi e conti da pagare alla pandemia

Ma c’è anche un altro allarme: la pandemia ha lasciato un buco considerevole nelle casse degli enti locali. L’effetto della crisi e delle spese sanitarie ammonta a quasi 23 miliardi. A lanciare l’allarme è stato il Comitato delle regioni dell’Unione europea. Nel 2020 la pandemia ha pesato in maniera rilevante sulle amministrazioni locali italiane, strette fra spese per far fronte all’emergenza e mancate entrate dovute alla crisi.

La perdita economica italiana è la più elevata di Europa dopo quella della Germania, dove Lander e città sono sotto di 112 miliardi. In tutta Europa le sofferenze degli enti locali sfiorano i 180 miliardi di euro. Le maggiori spese superano i 125 miliardi di euro e le mancate entrate ammontano a 55 miliardi. Per il presidente del Comitato delle Regioni UE, Apostolos Ttzitzikostas, questo ‘buco’ porterà tagli ai servizi pubblici. A meno che non arrivino urgentemente più risorse da fondi europei e nazionali.

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