Verso ulteriori conferme cicliche ed econometriche per i mercati azionari americani?

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A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Dopo aver evidenziato, nei miei 3 articoli precedenti, le motivazioni che inducono a ritenere probabile la formazione di un top di lungo termine sui mercati USA, in questo articolo mi soffermo su alcune ulteriori indicazioni, convergenti con le precedenti analisi.

Intanto, credo sia interessante notare anche la posizione dei diversi indici rispetto al ciclo di lungo termine.

(N.d.r.Attenzione! Un indizio di inversione non è inversione. Questa ha bisogno di conferme nel tempo ed è un percorso fatto di step)

Come si usa dire in analisi ciclica, i tempi sono ormai maturi.

Tutti gli indici si trovano infatti in una fase avanzata del loro terzo sottociclo, la situazione temporale che rende maggiormente probabile la formazione di un top, come evidente dai seguenti grafici:

 

DOW JONES

NASDAQ COMPOSITE

S & P 500

Dal punto di vista macroeconomico ed econometrico, vorrei inoltre ricordare la situazione in cui si trovava la curva dei rendimenti in corrispondenza dei precedenti top di lungo termine.

Sul top del 2000 i tassi a due ed a 10 anni dei titoli di stato USA erano gli stessi, mentre sul top del 2007 la differenza di rendimento era positiva, ma ristretta ad uno 0,5%.

Possiamo quindi dire che le ultime inversioni ci insegnano che non occorre attendere un’inversione ribassista della curva dei rendimenti, per un’inversione del mercato azionario, in quanto un segnale di alert può provenire anche da un significativo assottigliamento nella differenza tra tasso biennale e decennale.

Di lì in avanti si apre una fase, da cui il ribasso potrebbe cominciare in ogni momento.

Sarà quindi compito, come abbiamo evidenziato, dell’analisi tecnica cogliere con maggior precisione il potenziale top che, come abbiamo visto, potrebbe essersi già formato, alla luce delle indicazioni convergenti basate su tecniche diverse.

Vedremo, nel prossimo articolo, se le indicazioni sin qui evidenziate possano applicarsi anche ad un indice solitamente poco considerato, il Russell 2000, che rappresenta le medie capitalizzazioni statunitensi.

 

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