Vendite al dettaglio in Italia in rialzo. La BCE è per tutti o solo per la Germania?

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Mentre prosegue il cannoneggiamento sull’Italia, BTP e relativo spread ma pure Borsa di Milano, i dati macro economici del nostro paese continuano a mostrare un volto diverso, un umore migliore dei cittadini rispetto a quanto si vuole fare credere.

Nei giorni scorsi dopo anni si è rivista la disoccupazione sotto il 10%, oggi anche i dati sulle vendite mostrano il buon umore che pare essersi impossessato degli italiani:

Vendite al dettaglio italiane (Annuale) (Ago) 2,2% -0,5%
Vendite al dettaglio italiane (Mensile) (Ago) 0,7% 0,2% -0,1%

 

E’ significativo che oltre a battere le attese (presenti soltanto per il dato mensile) si sia andato a invertire il segno rispetto alle rilevazioni precedenti.
Un agosto che da -0.1% di luglio sale a +0.8% è veramente incoraggiante tanto più se confermato dal dato annuale passato da -0.5% a un eclatante +2.2%.

Ora perché si voglia colpire l’Italia nel momento in cui si decide di mettere in circolazione altre disponibilità con pensioni e reddito minimo che possono consolidare e sviluppare questi dati risulta di difficile comprensione.
L’aumento delle spese per consumi produce un indotto importante ed immediato anche per lo stato sia grazie all’IVA sia per il gettito fiscale che deriva dal flusso che parte dalla produzione per arrivare al commercio del prodotto finito.
Il tutto condito da significativi movimenti di ripresa occupazionale.

Serviranno conferme ma al dunque, pur in presenza di un settore creditizio ancora deficitario in termini di disponibilità, anche l’Italia pare in procinto di agganciarsi, seppur timidamente, al trend di ripresa economica.

Ora quello che non deve accadere è una BCE che, spinta dai dati tedeschi odierni sui prezzi alla produzione che segnala nuove tensioni inflattive in corso, prenda a stringere in modo immediato e brutale il proprio approccio monetario. Un rialzo dei tassi per intenderci avrebbe effetti devastanti in Italia e in generale in tutti i paesi del mediterraneo. Ma anche soltanto un improvviso e brusco stop del QE produrrebbe riverberi molto negativi sui debiti pubblici dei paesi più deboli.

Siamo alla prova del nove per verificare se BCE ed UE sono veramente espressione di un Unione europea che coltivi il bene comune dei vari paesi partecipanti e relative popolazioni, ovvero se ci troviamo nel contesto di una organizzazione che coltiva come obbiettivo concreto soltanto la stabilità, il benessere delle nazioni dominanti, Germania in testa.

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