Vendere i Btp prima che crolli tutto e tutti?

Un BTP per cavalcare il rialzo dei prezzi dei titoli di Stato

Sembra un titolo catastrofista, vero? Beh, non lo è. Purtroppo, potrebbe essere una realtà di fatto, e neanche troppo remota. Potrebbe, badate bene, perché non è affatto detto che lo sia. Ma se piove di quel che tuona…

I fatti. Commerzbank, la seconda banca tedesca per dimensione e attivi, ha emesso ieri una nota di avviso ai propri clienti. Non è una prassi inusuale. Anzi, lo fanno tutte le banche e le società di investimento. In essa, il responsabile della strategia sui tassi della banca, tale Michael Leister, suggerisce di vendere i Btp italiani. Subito. La perdita dell’ “investment grade” da parte dell’Italia è “quasi inevitabile”, dice. Ciò in quanto le misure per contrastare gli effetti del Coronavirus “peggioreranno” i conti pubblici. Il suggerimento ai clienti, quindi, è di chiudere le posizioni lunghe, cioè vendere, i Btp. “Prima che sia troppo tardi” è implicito nel suggerimento stesso…

La banca tedesca suggerisce un’impennata del rapporto debito/PIL, dovuta alla crisi, fino al 160%. Insostenibile. Poi ci sarà un ritorno a livelli meno preoccupanti. Ma potrebbe essere già tardi. A quel punto potrebbe essersi già innescato il meccanismo letale per l’Italia. Il downgrade del debito nostrano a “junk”, cioè spazzatura.

Vendere i Btp prima che crolli tutto e tutti?

La reazione degli apparati governativi italiani alla notizia, pubblicata da Bloomberg, non si è fatta attendere. Le proteste sono state subito pronte e vibranti, e non gli si può nemmeno dare torto. Indipendentemente da come uno la pensi politicamente. Il fatto è che la notizia potrebbe provocare danni economici giganteschi, dando il via a vendite sconsiderate sui titoli di stato italiani. Perché? Perché i destinatari della nota di Commerzbank non erano certo gli investitori retailer. Non erano certo il contadino della Bassa Sassonia, il piccolo imprenditore della Baviera o l’operaio della Ruhr. Al contrario. Erano le “mani forti”, i gestori ed i correntisti miliardari che hanno i loro soldi, il loro denaro depositato presso la banca. Gli unici che, muovendo il medesimo, possono modificare l’andamento di un titolo.

Vendere i Btp prima che crolli tutto e tutti, quindi?

Sinceramente, diremmo proprio di no. Si sta affacciando all’orizzonte una condivisione europea del rischio, come è giusto, normale e logico che sia. Almeno se si vuole che il progetto europeo continui. Le scuse ufficiali della Presidente von Der Leyen all’Italia, con la promessa che non verrà lasciata sola, fanno ben sperare. Anche in Germania, chi ha un pizzico di sale in zucca sa che ci saranno altre occasioni per farci capire che dobbiamo fare altri sforzi per far migliorare i conti pubblici. Ma non è certamente un’emergenza mondiale da Coronavirus il momento adatto per cercare di affossare l’Italia, e l’Europa con essa.

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