Vendere azioni a Wall Street: il settore Hi-Tech

Vendere azioni a Wall Street

Molti investitori stanno prendendo in seria considerazione l’opzione di vendere azioni a Wall Street nel settore Hi-Tech. Le ragioni sono abbastanza chiare. Da una parte troviamo il grosso problema della guerra commerciale Usa-Cina (si pensi anche alle recenti preoccupazioni dell’attacco alle navi cisterna nel Golfo Persico), dall’altra troviamo dei dati macroeconomici di produzione industriale non poco allarmanti con una domanda sulla tecnologia che sembra essere davvero in difficoltà.

Grossi nomi come AMS, STMicroelectronics, Infineon se la stanno passando male a seguito dell’allarme lanciato dal gigante Broadcom per un calo effettivo e preoccupante della domanda di semiconduttori. Da cosa deriva il calo della domanda, se non dalla attuale Trade War? Il quadro è chiaro.

Al momento, quindi, potrebbe dare una piccola svolta solo l’annuncio dell FED del prossimo 19 giugno, nella speranza di una riduzione dei tassi di interesse per la fine dell’anno. Anche perché la situazione dei mercati sembra essere sempre più allarmante e l’auspicio è che il taglio dei tassi non avvenga a recessione già in atto, come ci insegna la storia.

Al momento però gli indicatori non vedono la possibilità di una recessione nei prossimi 12 mesi.

Di seguito analizziamo un paio di azioni da vendere a Wall Street nel settore Hi-Tech nel prossimo periodo.

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Broadcom

La storia di Broadcom Corporation (AVGO) è abbastanza particolare. Fondata dal californiano Henry Samueli nel 1991, si afferma come multinazionale produttrice di semiconduttori, circuiti integrati e reti di telecomunicazione. Nel 2015 è stata acquisita da Avago Technologies, una Big con sede a Singapore nel settore dei chip. Al momento le azioni Broadcom sono in calo, passando da circa 320$ di fine aprile agli attuali 265$.

Dopo le trimestrali il calo è stato netto, dettato anche da un annuncio ufficiale della diminuzione effettiva della domanda ed ovviamente della guerra commerciale in atto. Le stime sul 2019 non sono affatto ottimistiche, anche se qualche spiraglio positivo potremmo vederlo nel recente annuncio di una produzione di moduli wireless 5G per gli iPhone di Cupertino. Vedremo cosa succederà il prossimo 12 settembre con i risultati aziendali.

Texas Instruments

Texas Instruments Incorporated (TXN) è un’azienda fondata nel 1930 a Dallas in Texas, che si occupa di dispositivi e semiconduttori. Risulta essere il terzo produttore mondiale, insieme ad Intel e Samsung, con centri di produzione e sviluppo in 3 diversi continenti. Una storia fatta di innovazioni e crisi (vedi quella degli anni 90). Se guardiamo il grafico, ricalca quasi perfettamente l’andamento di Broadcom di cui abbiamo parlato prima.

La differenza però sta nella formazione di un testa e spalla bearish pericolosissimo, che potrebbe far scendere il titolo ai livelli di fine 2018, perdendo di fatto quasi il 15%. Uno dei peggiori scenari negli ultimi otto anni, aggravato anche dal dato effettivo di calo della domanda che sembra essere aumentato del 18%. I dati societari saranno resi noti il 23 luglio. Staremo a vedere.

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