Vagonata di dati USA nel pomeriggio: PIL potente!

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Nella vagonata di dati USA pomeridiani spicca ancora una volta il PIL uscito come da attese a 4,2% uguale al precedente: dato straordinario per la più grande economia al mondo, dato da paese emergente!
Elemento di grande conforto anche per la strategia ieri adottata dalla FED e confortata anche da buona parte dei gli altri dati del pomeriggio:

    Ordinativi di beni capitali (escluso difesa e settore aereo) (Mensile) 0,1% 0,5% 1,0%
    Richieste di disoccupazione continua 1.661K 1.684K 1.645K
    Principali ordinativi di beni durevoli (Mensile) (Ago) 0,1% 0,4% 0,2%
    Indice PCE dei prezzi principali (2° trim.) 2,10% 2,00% 2,00%
    Profitti delle Società (Trimestrale) (2° trim.) 2,1% 2,4% 2,4%
    Ordinativi di beni durevoli (Mensile) (Ago) 4,5% 1,9% -1,2%
    Beni Durevoli esclusi mezzi per la difesa (Mensile) (Ago) 2,6% 0,8% -0,6%
    PIL (Trimestrale) (2° trim.) 4,2% 4,2% 4,2%
    Indice dei prezzi PIL (Trimestrale) (2° trim.) 3,3% 3,0% 3,2%
    PIL, vendite (2° trim.) 5,4% 5,3% 5,3%
    Ordinativi di merci (ecluso difesa e settore aereo) (Mensile) (Ago) -0,5% 0,4% 1,5%
    Bilancia Commerciale di Beni (Ago) -75,83B -70,60B -72,05B
    Richieste iniziali di sussidi di disoccupazione 214K 208K 202K
    Media delle richieste sussidio di disoccupazione di 4 settimane 206,25K 206,00K
    Indice dei prezzi per spese personali (2° trim.) 2,0% 1,9% 1,9%
    Spesa per consumi reali (2° trim.) 3,8% 3,8%
    Scorte magazzino grossisti (Mensile) 0,8% 0,3% 0,6%

 

Non staremo a commentarli uno a uno soffermandoci sui più significativi. Detto di un PIL che a +4.2% viaggia a ritmi da paesi emergenti e sia di grande conforto per Trump nel suo processo di auto-beatificazione, ecco che l’inquilino della casa bianca è subito costretto a rimettere i piedi per terra quando osserva il primo passivo della bilancia commerciale nella nuova era dei dazi doganali.
Forse Trump farebbe bene a ricordare che tra le tante motivazioni che negli ultimi anni hanno appesantito il dollaro c’è stato un più o meno tacito accordo tra i paesi arabi provocati in vario modo dagli Stati Uniti prima da Bush e poi da Obama che hanno trovato nella vendita di dollari e di Tbond un modo per ripagare gli USA della loro politica aggressiva.

Certo meglio una guerra dei dazi di una a suon di bombe ma questo primo report post dazi è un invito a Trump a fare mota attenzione a tipologie di ritorsione comportamentale che poi inevitabilmente avrebbero pesanti conseguenze finanziarie ed economiche per gli Stati Uniti.

Detto che i due dati sulla disoccupazione questa settimana si elidono, osserviamo la grande forza degli ordinativi di beni durevoli (e apprezziamo molto la dicitura esclusi settori difesa e aereo) che poi sono evidentemente stati componente portante di un PIL siffatto.

Colpisce invece visti i recenti massimi storici delle borse il calo dei profitti aziendali, informazione che peraltro si riferisce al 2° trimestre e di cui sarà interessante verificare la portata quando potrà giovarsi della crescita del PIL che normalmente genera un ‘effetto a lettura leggermente ritardata sugli utili societari.

Ricompare anche, ma è inevitabile a pieno regime di ciclo, qualche segnale inflattivo con l’indice dei prezzi per spese personali a +2.0% a rivedere una soglia che comunque nelle rilevazioni invernali e primaverili era stata già ampiamente oltrepassata.
Comunque altro dato di conforto per la FED che alzando sia pure minimamente i tassi va ad incidere sulla massa monetaria disponibile impedendo all’inflazione di trovare terreno fertile su cui crescere.

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