Utili d’esercizio azzerati o negativi proprio

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È stata da poco reso pubblico un pregevole report – a firma Oliver Wyman e Morgan Stanley – sul possibile impatto del coronavirus sul settore wholesale banking. Per esse s’intendono tutte le banche che interagiscono prevalentemente con operatori istituzionali, svolgendo operazioni creditizie di elevato ammontare. In pratica sono tutte quelle che si contrappongono alle tradizionali e comuni banche retail. Nel loro report (“Steering Through The Next Cycle”) gli studiosi analizzano le possibili ripercussioni (negative) sui servizi bancari erogati dalle realtà wholesale. Cioè: quali effetti concreti avrà il Covid-19 su loro bilanci 2020? A grandi linee si prevedono utili d’esercizio azzerati o negativi proprio.

Gli scenari ipotizzati dal report

Gli esperti autori del report hanno ipotizzato 3 distinti scenari lungo i quali la pandemia da Covid-19 potrebbe svilupparsi. E che va dalla rapida ripresa alla profonda e cupa recessione. Per ognuna delle tre direttrici ne stimano quindi le possibili ricadute per i bilanci delle banche wholesale. Che vanno, come dicevamo, dagli utili d’esercizio azzerati o negativi proprio: detta in numeri, dal -100% di crollo degli utili fino al minimo di -250%. Percentuali da brivido, che forse si comprendono meglio se li si trasforma in trimestri persi. Secondo il report, infatti, il possibile scenario peggiore (il -250%) equivarrebbe a 10 trimestri di utili persi, ossia 2 anni e mezzo. Nella crisi del 2008 la perdita da utili fu pari a 14 trimestri.

Livelli ROE mai così schiacciati

La grande fortuna dei colossi che operano in tale settore è che in questi ultimi anni hanno accumulato riserve di capitale così ingenti da aiutarle ad affrontare simili


scenari. Ad ogni modo non si tratta di riserve di liquidità senza fondo. Ancora, a preoccuparle maggiormente c’è poi il discorso della loro redditività, mai a livelli così bassi alla vigilia di una crisi come l’attuale. La figura in alto aiuta a comprendere meglio il trend del ROE nei tre distinti scenari (depressione profonda, globale o rapida ripresa). L’evidenza di tassi ROE al di sotto del livello 5% denota la possibile presenza di soggetti (ossia banche wholesale) poco remunerative rispetto alla media del 10% attesa dal mercato.

Nuova stagione di fusioni?

Alla luce di tutte queste considerazioni, gli esperti di Wyman e Morgan Stanley chiosano che non è da escludere a priori una nuova stagione di fusioni nel settore. Favorito anche dalla presenze di quotazione molto economiche di gran parte dei soggetti interessati). I quali potrebbero rispondere alla crisi degli utili d’esercizio azzerati o negativi proprio accrescendo le loro dimensioni operative. E ritrovare nelle maggiori dimensioni quel tocco di “resilienza in più” che le aiuti ad affrontare meglio le future sfide dei mercati.

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