Una comparazione tra alcune curve economiche italiane ed i curricula (NON politici) dei Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

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Lo scopo di questo piccolo contributo è quello di fornire una lista (preliminare ed aggiornabile) degli elementi curriculari per alcuni recenti Presidenti del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.

In questa cernita verranno escluse naturalmente tutte le cariche politiche e assimilabili mentre verranno presi in considerazione solo gli elementi extra-politici, quali derivanti dal mondo accademico, d’insegnamento, finanziario, commerciale-imprenditoriale, ecc.
Ovviamente tale elenco di dati non ha utilità dal punto di vista della operatività sui mercati finanziari. Getta però una parziale luce (se si vuole finanche comparativa) sulla formazione professionale ”’non politica” di chi ha ricoperto la massima carica istituzionale italiana.
Nella seconda parte del contributo si porranno in sequenza una serie di curve economiche relative l’Italia in comparazione con la Germania adottando il medesimo arco temporale utilizzato utilizzato per le comparazioni curriculari (start governo Craxi, 1986).
Vengono anche fornite alcune date critiche per la recente storia economica italiana, a partire della formalizzazione dello SME fino alla recente crisi del debito (2011/2012). In questo modo, sulle singole curve macroeconomiche è possibile individuare sia la competenza relativa al Primo Ministro sia la posizione delle date chiave medesime, rendendo la lettura delle curve maggiormente aderente alla fase evolutiva italiana.

Elementi & Dati Curriculari

➤➤Conte (M5S & LEGA Salvini)
1989 in poi, Avvocato Civilista.
1992-199 CNR, borsista
2000 in poi, Libera Università Maria Santissima Assunta, Università Roma Tre, Università di Sassari, Università di Firenze, Università Luiss, professore associato e poi ordinario di diritto privato.
➤➤Gentiloni (PD)
1984-1993 Rivista La Nuova Ecologia (mensile di Legambiente), direttore.
➤➤Renzi (PD)
Rivista nazionale della branca Rover/Scolte Camminiamo insieme, caporedattore.
CHIL Srl (società di famiglia), vari ruoli.
➤➤Letta (PD)
2001-2003 Università Carlo Cattaneo, professore a contratto
2003 Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, professore a contratto.
2004 École des Hautes Etudes Commerciales di Parigi, professore a contratto.
➤➤Monti (Gov.Tecnico)
Non è possibile elencare nel dettaglio a causa dello spessore degli incarichi accademici, imprenditoriali, finanziari, istituzionali NON-politici.
➤➤Berlusconi (FI)
Non è possibile elencare nel dettaglio ma solo per macro-aree le innumerevoli attività imprenditoriali svolte con profitto (edilizia, radio-televisione, editoria e altri media, grande distribuzione, assicurazioni e risparmio gestito, sport).
➤➤Prodi (Ulivo-PDS)
1963 Università di Bologna, assistente di Beniamino Andreatta alla cattedra di Economia Politica.
1973 Università di Trento, cattedra di Economia e politica industriale
1974 Università di Harvard, visiting professor.
1974-1978, Casa Editrice il Mulino, presidente.
1982 rivista Energia e rivista L’Industria, direttore.
1981 Nomisma, fondatore.
Fino al 1999, Università di Bologna, professore ordinario Economia Politica e Industriale.
Stanford Research Institute, visiting professor.
Johns Hopkins University SAIS Bologna Center, professore a contratto.
2009 Istituto di Studi Internazionali della Brown University, professore a contratto.
➤➤Amato (PSI)
1975-1997, Università di Roma “La Sapienza”, professore di Diritto Costituzionale Comparato.
Università di Modena – Reggio Emilia, di Perugia, di Firenze, alla NYU Law School, all’Istituto Universitario Europeo, di Firenze, alla LUISS di Roma, Professore a contratto.
➤➤D’Alema (PCI & PDS)
NON rilevato dalla fonte usata.
➤➤Dini (LDRI)
1959-1979(?) Fondo Monetario Internazionale.
1979-1994 Banca d’Italia, Direttore generale.
1993-1994 Banca dei Regolamenti Internazionali, vice-presidente.
➤➤Ciampi (Ulivo-PDS)
1960 Banca d’Italia, amministrazione centrale.
1973 Banca d’Italia, segretario generale
1976 Banca d’Italia, vice direttore generale
1978 Banca d’Italia, direttore generale
1979 Banca d’Italia, governatore & presidente Ufficio italiano dei cambi.
➤➤Andreotti (DC)
NON rilevato dalla fonte usata.
➤➤DeMita (DC)
ENI, consulente legale.
➤➤Goria (DC)
Cassa di Risparmio di Asti, presidente.
➤➤Fanfani (DC)
NON rilevato dalla fonte usata.
➤➤Craxi (PS)
NON rilevato dalla fonte usata.
Dall’elenco fornito è possibile individuare tre fasi ”curriculari” relativamente ai Presidenti del Consiglio dei Ministri:
✔curricula totalmente politici – Craxi, Fanfani, Goria, DeMita, Andreotti; questa sequenza (A1) è probabilmente forte espressione di una modalità d’essere politico tipico della prima repubblica, sia nelle accezioni positive sia per quelle negative;
✔curricula autorevoli – Ciampi, Dini, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti; questa sequenza (B1) mostra due singolarità, cioè Berlusconi, unico imprenditore con curriculum unicamente commerciale-manageriale e D’Alema (A2), completamente privo di dati curriculari NON politici in base alla fonte;
✔curricula totalmente politici – Letta, Renzi, Gentiloni; questa sequenza (A3) somiglia curricularmente moltissimo a quella della prima repubblica, con assenza o quasi di elementi NON politici (cfr.: D’Alema).
Il Primo Ministro in carica, Conte, presenta caratteristiche decisamente più aderenti alla sequenza B1.

Curve Macroeconomiche di Italia & Germania

Dall’insieme delle curve raccolte, appare evidente come tra ITA vs. GER la differenza sostanziale riguarda solo alcuni parametri, particolarmente quelli relativi il PIL, e la disoccupazione; a questo si aggiungono poi i parametri ”prezzo immobili residenziali” & ”indice di corruzione”.
Con le aree evidenziate sui grafici si riportano le fasi critiche che hanno determinato-accompagnato-originato l’attuale assetto divergente tra Italia e Germania.
Dal 2010 in poi la curva Debito/PIL è stata asintotica e poi piatta per l’Italia, mentre assolutamente calante per la Germania, creando il forte sottostante per l’allargamento della forbice dei tassi decennali.
Tra il 2000 ed il 2011 la situazione occupazionale italiana ha conosciuto una vera e propria inversione epocale della forbice con la Germania.
Il raccordo macro vs. micro è stato rappresentato probabilmente dagli asset immobiliari (post-2010), falcidiati in Italia, con rinnovata ed incrementata ripercussione sui bilanci bancari nostrani, che erano già stati stressati dal deprezzamento dei BTP e conseguente incremento dello SPREAD BTP-BUND  e poi dall’accoppiata disoccupazione+immobili che ha rinforzato grandemente l’insolvibilità della clientela bancaria (NPL).
Un dato sostanziale rimane comunque la violenta discrepanza tra i dati occupazionali 2000/2010 vs. 2010-2018 connessi fortemente ad un cambio di passo della curva Debito/PIL.
Perchè l’Italia ha fallito nel tenere a bada debito/deficit/disoccupazione nonostante alcuni governi siano stati diretti da eccellenze curriculari non politiche (Ciampi, Dini, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti)???
La risposta non è certamente semplice e forse non c’è. Ma è possibile fare alcune considerazioni.
-1- Prima del 2008 non esisteva un interesse internazionale e/o intra-EuroArea sui conti italiani e nell’unione monetaria stessa, e questo anche perchè si era sotto il livello del 100%; inoltre nella fase 1999/2005 diversi paesi europei erano alle prese con consistenti tentativi di riforme proprio in seguito alla unione monetaria. Quindi in questa fase l’instabilità politica tipica italiana ha causato un semplice rimando delle riforme chiave, nonostante le eccellenze curriculari viste precedentemente, senza però gettare benzina sul fuoco; del resto l’intero globo era in piena espansione durante il periodo 2002-2007.
-2- Dopo il 2008 e dopo il 2011, nello specifico italiano, l’attenzione sui conti è stata veramente importante, e questo a causa della violentissima crisi, del deficit esploso durante tale crisi, del precedente ”greco” di pochi anni prima. Stavolta l’instabilità politica tipica italiana ha giocato un determinate e grave ruolo in quanto nonostante diversi tentativi di governi la durata degli stessi non ha garantito una svolta angolare, decisa e decisiva nella fase più cruda della crisi italiana (2010-2012), causando un autentico strappo nel controllo del debito pubblico, della disoccupazione e di riflesso dei conti del settore banc-assicurativo.
L’instabilità politica italiana può semplicisticamente essere definita da alcuni elementi strutturali quali: a.) mancanza di una importante soglia di sbarramento; b.) eccessivo numero di partiti politici in sede elettorale e in sede governativa; c.) maggioranze parlamentari risicate e non sempre ben corrispondenti nelle due camere; d.) due camere funzionalmente quasi identiche. Si pensi che nei 250 mesi circa di governi ad elevato profilo curriculare non politico (dal governo Amato, 28/Giu./1992 al governo Monti, 28/Apr./2013) si sono succeduti ben 13 governi, cioè un governo ogni 19.2 mesi, assolutamente non compatibile con riforme strutturali nella fase successiva all’uscita dallo SME e successiva alla formazione di EuroArea. Considerando invece la fase che va dalla crisi del debito italiano (inizio governo Monti: 16/Nov./2011) all’attuale governo M5S+LegaSalvini (fine governo Gentiloni: 01/Giu./2018) si ottiene 78 mesi e 4 governi cioè un governo ogni 19.5 mesi, perfettamente in linea con la fase precedentemente calcolata, nonostante l’estrema gravità finanziaria italiana del periodo post-2011!!!
L’instabilità politica italiana è stato quindi il combustibile per il forte deterioramento dei conti pubblici e del mercato del lavoro???
Le eccellenze curriculari sono impotenti nel ben governare il paese a fronte di una instabilità politica italiana strutturale???
Dal punto di vista storico e logico, cosa attenderci nell’ultimo anno di Draghi a capo della ECB e nell’anno del possibile termine del EuQE???
L’instabilità politica italiana consente solo misure emergenziali e non programmatiche e strutturali???
Purtroppo la provocazione  grafica rimane.

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