Un risarcimento è pronto a confortare i risparmiatori delusi ma arriverà davvero?

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Gli italiani sono noti per essere un popolo di grandi risparmiatori. Accantonare ogni mese una parte dei propri guadagni è un’abitudine consolidata nel nostro Paese. Fino a pochi anni fa, i risparmi avevano destinazioni certe. Titoli di Stato ed immobili hanno infatti rappresentato un porto sicuro per decenni.

Con i rendimenti prossimi allo zero ed una crisi del mattone senza precedenti, da anni le famiglie faticano ad orientarsi. Diventando spesso vittime di consigli sbagliati quando non addirittura in malafede. Durante lo scorso decennio, molti risparmiatori hanno acquistato titoli non quotati, inconsapevoli delle insidie che potevano nascondere. La successiva crisi delle piccole banche ha determinato fallimenti e crolli del valore delle relative azioni. Causando ingenti perdite che i vari salvataggi non hanno potuto evitare. Per difendersi, molti cittadini indotti ad acquistare determinati titoli senza conoscerne i rischi hanno intentato azioni legali. Ora, un risarcimento è pronto a confortare i risparmiatori delusi ma arriverà davvero?

Il pronunciamento dell’ABF

Nelle ultime settimane, l’Arbitro Bancario e Finanziario, ha accolto ben quattordici esposti presentati da risparmiatori traditi. Cittadini con scarse conoscenze finanziarie indotti ad acquistare azioni non quotate di banche in difficoltà. Gli stessi Istituti avevano spinto alcuni clienti ad acquistare titoli rischiosi spacciati invece per depositi sicuri. Talvolta a vendere queste azioni erano gli stessi vertici degli Istituti che, consapevoli dei rischi, intendevano disfarsene.

L’ABF ha ora riconosciuto che le sottoscrizioni non sono avvenute secondo le regole. Le banche avrebbero quindi celato le incognite legate a determinate operazioni e venduto titoli non coerenti con il profilo dei clienti. Ora, i sottoscrittori di questi titoli spazzatura hanno diritto ad un rimborso. Gli arbitrati chiedono alle banche di restituire il capitale investito maggiorato degli interessi legali. Insomma, un risarcimento è pronto a confortare i risparmiatori delusi ma arriverà davvero? L’interrogativo è d’obbligo, visto quanto accaduto nel recente passato.

Un risarcimento è pronto a confortare i risparmiatori delusi ma arriverà davvero?

Solo in poche settimane a cavallo del Capodanno, quattordici ex azionisti di piccole banche hanno ottenuto ragione. I giudizi pendenti sono però molti di più ed è ragionevole pensare che i rimborsi per le banche raggiungeranno importi stellari. Questo mette seriamente a rischio l’effettivo pagamento di quanto dovuto secondo l’ABF.

Gli arbitrati, infatti, non sono sentenze vincolanti e spesso le banche ne ignorano le decisioni. Obbligando quindi i clienti a lunghe e costose trafile giudiziarie. Proprio le difficoltà relative alle cause civili, disincentiva spesso i cittadini nel far valere i propri diritti. Scontrarsi con gli agguerriti uffici legali delle banche può comportare rischi e costi che fanno desistere molti risparmiatori. Per questo, in passato, molti Istituti hanno disatteso quanto stabilito dagli arbitrati. Resta quindi da capire come intenderanno comportarsi ora gli Enti chiamati ai rimborsi.

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