Un nuovo sussidio al posto del reddito di cittadinanza e senza ISEE, in arrivo anche per casalinghe e giovani con una nuova petizione 

reddito di cittadinanza

Potrebbe essere arrivato a fine corsa il reddito di cittadinanza, la misura di contrasto alla povertà tanto famosa e tanto discussa. Nato nel 2019, dopo 4 anni, il reddito di cittadinanza potrebbe essere sostituito da una nuova misura. Stavolta si tratta di una misura a carattere europeo. Si lavora per il reddito di base. Un sussidio contro la povertà, diverso dal reddito di cittadinanza, più largo come potenziali beneficiari e senza il paletto del limite ISEE.

Un nuovo sussidio al posto del reddito di cittadinanza e senza ISEE, in arrivo  anche per casalinghe e giovani con una nuova petizione

La problematica per il reddito di cittadinanza è stata sempre la rigidità dei requisiti. Il collegamento all’ISEE lo ha reso difficile da percepire. Paletti come i troppi immobili detenuti da un nucleo familiare, per esempio. Anche immobili ereditati e posseduti solo per una piccola quota, incidono. Ed al superare del limite si perde il diritto al reddito di cittadinanza.

E poi i redditi di un figlio, i soldi in banca e via dicendo. Troppi fattori che escludono persone e famiglie che non sono certo ricche. Avere un patrimonio immobiliare superiore a 30.000 euro è facile. Con il nuovo reddito di base invece, nessun collegamento all’ISEE. E misura aperta davvero a tutti. Lo vuole l’Europa, come contrasto vero alla povertà.

Come funziona il nuovo reddito di base

Quindi, un nuovo reddito minimo, il nuovo reddito di base universale per contrastare la povertà. Un nuovo sussidio al posto del reddito di cittadinanza in arrivo quindi, con tanto di petizione da firmare entro giugno. Tra pandemia e guerra in Ucraina, la crisi economica è divampata ferocemente. Per questo si pensa ancora di più ad un sussidio di vasta scala come potrebbe essere questo reddito di base. Sarebbe una misura scollegata da vincoli di età, di lavoro, di ISEE o di disoccupazione. Il reddito di base significa dare ai beneficiari ciò che manca per portare il nucleo familiare a ricevere il 60% del reddito medio nazionale. In pratica, se il reddito medio degli italiani calcolato in base ai dati ISTAT è di 1.000 euro al mese, i beneficiari del reddito di base non possono non ricevere meno di 600 euro.

Ed è una misura che si applicherebbe al singolo e non al nucleo familiare come invece è il reddito di cittadinanza. La misura è solo un progetto e non c’è ancora niente di ufficiale. Per questo usare il condizionale è un obbligo. Il fatto che sia dalla Commissione UE che arriva questa idea però, la rende più che una semplice ipotesi. Tanto è vero che in rete è stata avviata una raccolta di firme telematica a cui si può partecipare entro il 25 giugno prossimo. Una petizione online che serve proprio per arrivare a presentare una proposta di Legge per l’introduzione di un reddito di base a livello europeo.

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