Un ETF sportivo che non conosce crisi

ETF

Sicuramente sono pochi a sapere dell’esistenza di un ETF sportivo che non conosce crisi. Di che stiamo parlando? Spieghiamolo. Quanti italiani hanno usato i videogiochi nel corso della loro vita? Dire tanti è un eufemismo; sicuramente nell’ordine dei milioni. Bene, si tratta di una passione non solo italiana ma che coinvolge il mondo intero, specie in Asia.

Il trend atteso del settore

Secondo Newzoo, prima società al mondo nell’analisi di gaming e degli eSport (le gare competitive di videogiochi) il mercato è destinato ad esplodere negli anni a venire. Si stimano infatti circa 650 milioni di utenti da qui alla fine del 2022. Del resto il Covid-19 costringe larghe fette di popolazione a stare a casa e a lanciarsi sfide da remoto anziché dal vivo. Indirettamente quindi ne sostiene la crescita del settore.

L’ETF in questione

Dal 24 giugno 2019 è quindi attivo sul mercato un ETF (uno strumento a replica passiva) che copra le maggiori aziende mondiali operanti nel settore. L’ETF in questione, denominato “VanEck Vectors Video Gaming and eSports Ucits Etf”, con codice ISIN: E00BYWQWR46, ha raccolto circa 121 mln di € nei suoi primi 10 mesi. Effettua una replica di tipo fisico, ha un total expense ratio pari allo 0,55%, e porta avanti una politica di accumulazione dei dividendi. Nell’anno scarso di vita che ha sulle gambe, ha registrato un minimo e un massimo di periodo pari rispettivamente a €17,35 e €24,09. Attualmente scambia a €23,92, vicino ai massimi, quindi.

Grafico e rendimento dell’ETF

Il fatto l’ETF sia oggi prossimo ai massimi ci porta indirettamente a notare come la crisi da Covid-19 sia pesata molto poco sullo strumento. Meglio: dopo un (prevedibile) tonfo del fondo passivo nei mesi bui di febbraio e marzo, lo stesso si è


ripreso alla grande. Lo si definirebbe quindi a pieno titolo come di un ETF sportivo che non conosce crisi. Il grafico sopra (fonte: Just ETF) parla molto più dei commenti:il trend sembra infatti ben impostato e dopo circa un mese dai minimi del 2020 viaggia di nuovo sui massimi (di sempre e di periodo). Rendimenti? Quello a 10 mesi, parla di un +16,54%, quello a 6 mesi indica un +31,21% e quello a un mese porta in grembo un +25% scarso.

Punti di forza e di debolezza dello strumento

Il maggior punto di forza risiede sicuramente sta nel fatto di essere uno strumento a pieno diritto inserito tra i comparti innovativi e che guarda al futuro. E – almeno in linea di principio – poco correlato a fattori economici esogeni come il Covid-19. Altro punto di forza risiede nella domanda di questi prodotti, che il lockdown in generale ha portato ad incrementare.

Tra i contro dobbiamo sottolineare comunque il fatto che si tratta di beni di non primaria necessità. Quindi di un’industria che in caso di situazioni estreme potrebbe dare vita a copiose vendite (e quindi perdite). Mai come in questi casi quindi la prudenza dovrebbe essere a dir poco massima. E quindi considerarlo solo in piccole size (non più di un 2/3% massimo del portafoglio investito) ed in ottica di medio-lungo periodo.

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