Un episodio di 40 anni fa scatena il panico in Borsa e Piazza Affari oggi potrebbe raggiungere questo record negativo

FED

Crescono i dubbi degli operatori dopo la pessima seduta di ieri. Le speranze per un rimbalzo dei mercati dopo gli interventi di BCE e FED sono andate deluse. Ma il crollo dei listini azionari di ieri ha un preciso responsabile. Capire le cause della caduta di ieri delle Borse aiuterà a capire quale potrà essere l’andamento per le prossime giornate.

Due eventi hanno caratterizzato la giornata di Borsa di mercoledì 15. La Banca centrale europea in una riunione straordinaria ha annunciato il progetto in difesa dei titoli di Stato europei. Quello che la stampa ha ribattezzato lo scudo anti spread. Nella stessa giornata la FED si è riunita ed ha deciso di aumentare il tasso di sconto dello 0,75%. Un rialzo tanto ampio non accadeva dal 1994.

Mercoledì la Borsa USA sembrava aver accolto positivamente questa decisione ed infatti Wall Street ha chiuso in rialzo. Così come le Borse europee sembravano aver apprezzato la decisione della BCE del nuovo scudo anti spread. Ma nella seduta di ieri i listini europei dopo un avvio in parità hanno preso con decisione la strada ribassista. Un episodio di 40 anni fa scatena il panico in Borsa. Alla fine della seduta i principali indici del Vecchio Continente hanno chiuso con cali tra il 2,4% e il 3,3%.

L’apertura di Wall Street è stata se possibile peggiore. Al momento della chiusura delle Borse in Europa, l’S&P 500 stava perdendo il 3,3% e il Nasdaq era sotto di oltre il 4%.

Un episodio di 40 anni fa scatena il panico in Borsa e Piazza Affari oggi può raggiungere questo record negativo

Il rialzo dello 0,75% ha scatenato questa ondata di vendite. Gli operatori, dopo una reazione positiva a caldo al rialzo di tre quarti di punto dei tassi, hanno fatto delle valutazioni più approfondite. La memoria degli investitori è andata ad un episodio di 40 anni fa. Paul Volcker, allora presidente della Fed, dal 1979 al 1980 rialzò i tassi di interesse dal 10,5% al 20% per combattere l’inflazione. Quel rialzo portò la prima economia del mondo in una profonda recessione. La paura degli operatori è che questo scenario possa ripetersi anche adesso e che l’economia americana possa scivolare in recessione o peggio ancora in stagflazione.

Ieri Piazza Affari ha chiuso con un calo del 3,3%. L’indice Ftse Mib ha terminato la seduta a 21.726 punti. Ma, a sorpresa, è calato anche lo spread. Ieri alle 18:00 il differenziale tra titoli di Stato italiani e decennali tedeschi era a 204 punti. Martedì 14 giugno il valore aveva toccato un massimo di 240 punti. Questo è il segnale che il mercato crede nello scudo anti spread.

L’indice maggiore di Piazza Affari ha segnato un minimo a 21.723 punti, molto vicino a quello del 14 giugno. Oggi una discesa sotto 21.500 punti potrebbe spingere il Ftse Mib (INDEX:FTSEMIB) in zona 21.000 punti. I prezzi potrebbero anche realizzare il record negativo del minimo dell’anno. Solamente una chiusura sopra 22.000 punti potrebbe allentare l’attuale pressione ribassista.

Da non scordare che oggi è venerdì 17 ed è anche il giorno delle 3 streghe. Infatti arrivano in scadenza i future sugli indici e le opzioni sugli indici e sulle azioni.

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