Un Bonus per restare al lavoro o uscita anticipata per andare in pensione, novità dal prossimo anno

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Pure dal prossimo anno si potrà andare in pensione prima di compiere il 67esimo anno di età. Un requisito che è necessario, con almeno 20 anni di contributi previdenziali versati, per accedere all’assegno INPS di vecchiaia.

E questo perché il Governo guidato dalla Premier Giorgia Meloni, nella manovra finanziaria, punta non solo a confermare pure per il 2023 l’Opzione donna e l’APE sociale, ma anche ad evitare il ritorno integrale della Legge Fornero.

Un Bonus per restare al lavoro nella mini riforma delle pensioni del Governo di Giorgia Meloni

E nel farlo l’Esecutivo di centrodestra punta da un lato a far decadere la Quota 102. Essa è stata introdotta dal Governo Draghi per superare la Quota 100 e andrà a scadenza il prossimo 31 dicembre. Dall’altro lato, invece, il Governo Meloni, proprio a partire dal 2023, offrirà per il pensionamento anticipato un primo assaggio della Quota 41 secca con la Quota 103.

Ovverosia con la cosiddetta Quota 41 ibrida per ritirarsi dal lavoro con 41 anni di contributi previdenziali versati e con 62 anni di età. Pur tuttavia, nella mini riforma delle pensioni del Governo italiano di centrodestra non ci sono solo le misure di pensionamento anticipato, ma anche un Bonus per restare al lavoro. Ovverosia un incentivo per il trattenimento in servizio.

L’incentivo al 10% potrebbe balzare al 33%, ipotesi Superbonus per il trattenimento in servizio

Nella sua prima versione, l’incentivo per restare al lavoro è stato fissato nella manovra finanziaria al 10%. Ma potrebbe esserci in ballo un corposo innalzamento di questo Bonus. Portandolo, nello specifico, dal 10% al 33% in busta paga.

Ma a patto, rinviando il pensionamento, di accettare una pensione bloccata, al netto della rivalutazione, al momento dell’inizio del trattenimento in servizio. Quindi, per continuare a lavorare, il Governo Meloni potrebbe introdurre un vero e proprio Superbonus come maxi-incentivo per continuare a lavorare pur avendo maturato i requisiti per il pensionamento.

Perché tra pensionamento anticipato e incentivo al 33% il lavoratore dovrà farsi bene i conti

In altre parole, tra andare in pensione e sfruttare l’incentivo, il lavoratore dovrà sempre fare bene i conti. Restando al lavoro, infatti, è vero che la busta paga sarebbe più pesante con il 10% in più. Oppure molto più pesante con il 33% del Superbonus.

Ma dall’altro lato il lavoratore correrà comunque il rischio di vedersi bloccato troppo presto l’importo dell’assegno INPS per la pensione. A breve, con l’arrivo della manovra in Parlamento, è chiaro che sull’incentivo per rimanere al lavoro ne sapremo di più. Così come bisognerà capire se, eventualmente, sulla misura arriveranno eventuali correttivi con gli emendamenti.

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