Umori e speranze del mercato del lavoro italiano

lavoro

Umori e speranze del mercato del lavoro italiano. Che sia un periodo difficile per lavoratori e imprese è un eufemismo. Mai, dal dopoguerra ad oggi, la situazione del mondo del lavoro italiano è stata così precaria. Mai il periodo in cui si vive è stato così difficile da vivere e da inquadrare. Poche, pochissime certezze. Molte incognite, date dalla perdita del lavoro per molti lavoratori autonomi. E dalla scadenza del termine che impedisce i licenziamenti alle imprese. Termine che scade il 17 agosto. E che, se non sarà rinnovato, promette un diluvio di licenziamenti.

Il popolare social LinkedIn ha cercato di inquadrare questa situazione. LinkedIn è la piattaforma social dedicata al lavoro per eccellenza. Questo grazie al networking che è possibile costruirvi con colleghi sparsi ovunque. Orbene, questo social pubblica una cosa chiamata indice di fiducia della forza lavoro. Si tratta di una fotografia che inquadra la situazione nostrana, basata su un sondaggio. I rispondenti sono oltre 1.000 membri del social in tutta Italia. A costoro viene chiesto di fornire informazioni in merito al mondo del lavoro. Nello specifico, le loro sensazioni su ricerca e mantenimento del posto di lavoro. Ma anche sul miglioramento della propria posizione finanziaria. O sulle prospettive di avanzamento della propria carriera.

L’analisi continua di queste opinioni, ovviamente, ha uno scopo. Tracciare le tendenze che riguardano la fiducia dei lavoratori e la loro opinione sul mercato del lavoro. Quindi, umori e speranze del mercato del lavoro italiano.

Umori e speranze del mercato del lavoro italiano

Le rilevazioni che seguono datano tutto giugno. L’indice dei professionisti italiani è calcolato su una scala che va da -100 a +100. Al momento attuale si attesta a 35 punti. I Gen X, cioè i 40-54enni, sono i più ottimisti. In particolare in merito alla sicurezza del posto di lavoro nel breve termine. Chi lavora in aziende di grandi dimensioni è più fiducioso di chi lo fa in una PMI. Soprattutto per la possibilità di conservare il posto di lavoro. Però, complessivamente, i lavoratori delle PMI sono più ottimisti. Pesano sui lavoratori delle grandi imprese le prospettive finanziarie e di carriera.

Gli under-25 pensano che le loro possibilità di essere contattati per un colloquio di lavoro siano in crescita. Un terzo di loro ha intenzione di aumentare il numero di candidature a cui presentarsi. Ciò denota un certo ottimismo. E, nella generazione più giovane, è certamente una buona cosa. I Millennials, cioè i 25-39enni, sono quelli che vedono il futuro più nero. Come paradosso, due su dieci di loro si aspettano un aumento di paga nei prossimi 6 mesi. più di qualunque altra categoria. Mistero dei sondaggi.

Infine, le prospettive a medio e lungo termine. Nel primo caso, la fiducia del futuro è maggiore negli addetti delle grandi aziende. Nel secondo caso, la fiducia è paritaria tra grandi imprese e PMI.

Consigliati per te