Ultima anguria senza sorprese con questi trucchetti quando la scegliamo

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L’anguria e il cocomero costano pochissimo a fine agosto ma spesso capita che siano andati a male. Per evitare sorprese spiacevoli, dobbiamo saper cogliere alcuni segnali esterni prima dell’acquisto. Ecco come assicurarsi un’ultima anguria senza sorprese con questi trucchetti quando la scegliamo, con la mini-guida della redazione Alimentazione di ProiezionidiBorsa.

I segnali esterni da riconoscere

Quando compriamo l’anguria, dobbiamo preferire quelle prive di ammaccature, graffi o macchie. La buccia deve essere verde scuro o rigata, senza segni marroni. L’unica chiazza ammissibile per anguria e cocomero è quella bianco latte che si forma a causa dell’aderenza al terreno durante il ciclo di maturazione. Il picciolo deve essere asciutto e duro. Se premendolo con le dita lo sentiamo molle, è probabile che l’intero ortaggio al suo interno sia andato a male.

Attenzione alle mezze angurie nel reparto frutta

Anche l’anguria già tagliata potrebbe riservarci qualche spiacevole conseguenza. Se il colore della polpa è rosso, rosato o arancione uniforme, possiamo contare ancora sulla sua freschezza. Ma se la polpa ha un colore irregolare, vuol dire che è troppo stagionata. Lo stesso vale se mostra una polpa troppo secca, separata dai semi. Oppure una struttura troppo morbida e pastosa. L’anguria troppo asciutta possiamo mescolarla alla feta per una gustosa insalata oppure per svecchiare il solito antipasto di prosciutto e melone, accompagnandola ai salumi.

Ultima anguria senza sorprese con questi trucchetti quando la scegliamo

Il reparto frutta e verdura di questi tempi somiglia allo studio di un fisioterapista. Ci sono clienti che percuotono le angurie con piccoli colpi secchi, altri che le massaggiano. In realtà è meglio scuoterle un poco tra le mani. Se l’anguria gorgoglia, significa che dentro è marcia. Lo è anche se emana un odore acido o la buccia mostra qualche segno di lanugine ammuffita. Una volta tagliata, possiamo conservare l’anguria in frigorifero per non più di tre giorni. È sconsigliabile la conservazione nel congelatore. Se portassimo in tavola la fetta scongelata, la maggior parte del succo uscirebbe nel piatto e anche il gusto e la consistenza della polpa cambierebbero. Se vogliamo gustare l’anguria fredda, trasformiamola in granita. Sfruttando i segreti che i gelatai non ci dicono per perfette granite a casa.

Perchè è meglio non mangiare un’anguria senza lavarla

Molti portano in tavola l’anguria e la tagliano senza prima lavarla sotto l’acqua corrente o pulirla con una spugna imbevuta di acqua e bicarbonato dimenticando che è stata nel camion del produttore, tra le mani del rivenditore, nel baule della nostra auto. Ma anche sul lavandino della cucina e qualche volta persino sul pavimento insieme ai sacchetti della spesa. La buccia dell’anguria ha raccolto una marea di batteri durante questo lungo percorso dal campo alla tavola. I nostri bambini prendono volentieri la buccia tra le mani per addentare la polpa dolcissima. Ma spesso poi toccano anche il viso, gli occhi e la bocca. Dando luogo a conseguenze davvero spiacevoli.

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