UE: respiro di sollievo dalla produzione industriale

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 Con molte Borse ai massimi storici, o comunque di periodo, ogni dato macroeconomico assume una valenza ulteriore ed oggi è toccato in UE alla produzione industriale.

Sì, perché a questi prezzi, fino a che eventualmente non partirà la dinamica della bolla speculativa, gli operatori si muovono su due basi:

-monetaria

-macroeconomica, ovvero i dati reali.

Politica monetaria apertura rigida

Sulle aspettative monetarie dell’UE e delle conseguenze sulle Borse dell’area abbiamo scritto.

La BCE è pronta, il TLTRO è già deliberato per settembre ma allo stato attuale nuovi liquidi a tassi più favorevoli non ve ne sono.

La FED pure ha annunciato tassi prossimi ma le condizioni di rifinanziamento al momento sono ferme.

Benzina dall’economia reale

Ecco dunque che le Borse internazionali per consolidarsi e semmai arrivare ad introdurre la fase “bolla” debbono essere alimentate dalla benzina dei dati dell’economia reale.

In questo senso i dati odierni sulla Produzione industriale in area UE rappresentano un bel toccasana.

Produzione industriale UE(Mensile) (Mag) 0,9% 0,2% -0,4%
Produzione industriale UE(Annuale) (Mag) -0,5% -1,6% -0,4%

Produzione industriale UE mensile al Top

In particolare è il dato sulla produzione industriale mensile a corroborare l’ottimismo necessario a sostenere il sentiment degli operatori di borsa.

Un +0.9% versus +0.2% atteso e dal +0.4% precedente rappresenta un salto di qualità importante.

Un balzo che allontana lo spettro della recessione, specialmente dopo tre rilevazioni mensili consecutive tutt’altro che incoraggianti.

E, anche il dato annuale, per quanto col segno meno davanti, fa la sua parte.

Il -0.5% pubblicato infatti si lascia alle spalle un consensus posto a -1.6% e resta in linea con le rilevazioni precedenti.

A tendere anche il dato annuale inizierà pertanto a prezzare l’evoluzione positiva registrata su base mensile.

Vertice dei ministri delle finanze UE

In giornata si terrà il vertice tra i Ministri delle finanze dell’Unione Europea.

Sarebbe ora che dessero un’occhiata seria alle modalità con cui l’America di Trump e Powell è uscita dalla crisi meglio, molto meglio che non l’Unione Europea.

UE che pure partiva da una situazione meno compromessa sul fronte dei sub-prime.

Possiamo addirittura dire che a causa di un minore decisionismo su nomine e regole (oltre che sul piano monetario e politico) rispetto agli USA,  l’UE ha vieppiù peggiorato i conti bancari e del sistema tutto.

E si badi bene questo post 2008/2009 picco ufficiale della crisi che negli USA portò decine di poltrone a saltare e regolamentazioni più stringenti su cosa le banche potessero continuare a fare o meno.

Insomma una sana dose di autocritica e capacità di prendere semmai spunto da chi ha fatto decisamente meglio sarebbe assolutamente d’uopo…

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